Al Baghdadi: esperto, da morte impatto minimo su operatività Daesh
AGI

Al Baghdadi: esperto, da morte impatto minimo su operatività Daesh

10.26.2019

14:06 (AGI) - Roma, 27 ott. - “Credo sia necessaria una certa dose di pessimismo: dal punto di vista dell’operatività credo che l’eventuale morte di Al Baghdadi avrebbe un impatto minimo. Tagliare la testa del serpente non risolve la situazione perchè Daesh ha una struttura molto rodata e si sta preparando da tempo al nuovo scenario”. Lorenzo Marinone, analista responsabile del Desk Medio Oriente e Nord Africa del Ce.S.I., il Centro Studi Internazionali, parla con l’AGI degli effetti della possibile fine del leader dell’organizzazione terroristica. “Già all’inizio del 2016 - ricorda Marinone - il portavoce ufficiale Al Adnani a livello di propaganda pubblica preparava alla possibile sconfitta del Califfato ed alla perdita del territorio, e non era retorica e basta: a livello organizzativo la struttura si sta rimodulando a livello gerarchico ed è cambiato anche il modus operandi, tornato ad attacchi in stile guerriglia. Ci si è strategicamente preparati alla eventuale compromissione della leadership, ci sono piani precisi per colmare un eventuale vuoto. Tra l’altro non è la prima volta che Daesh vive fasi di questo tipo, la sua è una storia molto lunga che affonda le radici nei primi anni duemila e che è passata in almeno altre due occasioni in momenti in cui sono stati colpiti i vertici”. Marinone invita ad essere cauti anche sul piano simbolico: “è evidente che la morte di Al Baghdadi avrebbe un impatto su militanti e sostenitori, anche all’estero, su chi imbraccia il kalashnikov e su chi si nasconde dietro ad una tastiera, ma in questi anni si è consolidata una narrativa imperniata sul concetto di vittimizzazione, che ha il suo nucleo fondamentale nel fatto che ‘l’Islam è sotto attacco’. Una narrativa di questo tipo permette di far fronte ad una pluralità di situazioni diverse e di trasformare in un punto di forza quella che effettivamente è una debolezza”. In altri termini, “l’uccisione di Al Baghdadi potrebbe essere spacciata come l’ennesima conferma che l’Islam ha tutti contro e confermare la solidità dell’Idea, diventando un ulteriore asset in mano alla propaganda ed aiutando Daesh a risorgere o comunque a radicalizzarsi”.

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