Russia e Ucraina, segnali positivi dal vertice a Istanbul sulla crisi del grano
Russia & Caucasus

Russia e Ucraina, segnali positivi dal vertice a Istanbul sulla crisi del grano

By Laura Sparascio
07.16.2022

Mercoledì 13 luglio, si è svolto a Istanbul un round di colloqui tra le delegazioni di Mosca e Kiev con la mediazione di Turchia e Nazioni Unite per cercare di raggiungere un accordo sullo sblocco dei porti ucraini e sull’apertura di corridoi navali nel mar Nero per consentire l’esportazione dei circa 26 milioni di tonnellate di cereali ferme nei silos ucraini.

I risultati, secondo il ministro della difesa turco Hulusi Akar e il segretario ONU Guterres, appaiono incoraggianti anche se la firma dell’accodo è prevista per la prossima settimana. Qualora si giungesse ad un compromesso, la commercializzazione dei cereali ucraini permetterebbe di mitigare i rischi dell’emergenza alimentare in diversi Paesi del Medio Oriente e del Nord Africa e, forse, potrebbe avere effetti positivi sul prezzo delle commodities alimentari a livello globale.

Secondo quanto emerso dal primo round negoziale, l’accordo prevederebbe la creazione di un centro di coordinamento e supervisione dell’export cerealicolo a Istanbul, l’apertura di 4 corridoi navali attraverso tre porti ucraini nella zona di Odessa e la supervisione turca (incluso il controllo militare delle rotte e la scorta ai convogli). Nel complesso, si tratta di una grande vittoria diplomatica per le Nazioni Unite, accusate di aver avuto un ruolo marginale nei tentativi di gestione e risoluzione della crisi ucraina, e soprattutto della Turchia che, ancora una volta, dimostra di essere uno degli attori regionali più dinamici ed attivi. Tuttavia, nonostante l’accordo sui porti ucraini rappresenti un indubbio segnale positivo nella cornice di oltre 4 mesi di conflitto ed assenza di dialogo tra le parti belligeranti, la guerra tra Kiev e Mosca appare molto lontana da una risoluzione. Infatti, nessuno dei due contendenti ha mostrato la disponibilità a modificare i propri obbiettivi né si trova in una situazione politica ed economica tale da giustificare un rallentamento delle operazioni militari.

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