Morto il capo della polizia del Polisario: rischi di escalation?
Un comunicato emanato il 7 aprile ha riportato la morte del capo della polizia del Fronte Polisario, Addah al-Bendir, nella zona di Rouss Irni, nei pressi della città di Tifariti. Le circostanze relative alla morte del funzionario rimangono confuse.
Secondo le informazioni rilasciate dal Ministero della Difesa del Polisario, al-Bendir si trovava nell’est della Repubblica Araba Democratica dei Saharawi (RADS) per una missione militare non meglio specificata. Sempre secondo la medesima ricostruzione, l’uomo sarebbe stato colpito da un drone marocchino. Tutto ciò può essere ricondotto all’escalation che ha coinvolto il Fronte del Polisario e il Marocco dalla metà di ottobre 2020, quando alcune decine di rifugiati hanno bloccato un’arteria stradale nei pressi del villaggio di Guergerat, a ridosso della zona cuscinetto formalmente controllata dalla MINURSO, missione ONU operativa in loco dal 1991. Non a caso l’area di Guerguerat è fondamentale per i collegamenti terrestri tra il Marocco e l’Africa Sub-Sahariana, tanto da portare Rabat ad agirvi militarmente per creare pressioni ai Saharawi e al contempo per cercare di guadagnare terreno da strappare agli occupanti. Una dinamica, questa, denunciata dal RADS, che ha accusato infatti il Marocco di aver violato il cessate-il-fuoco firmato nel 1991 e di aver favorito la ripresa degli scontri armati. Tuttavia, è bene specificare, che il livello delle violenze tra Polisario e Forze Armate marocchine rimane contenuto e limitato a bombardamenti reciproci per indebolire le difese e i punti d’osservazione posti al di là del Berm, ovvero, la linea di confine tra i territori del Marocco e quelli della RADS.
Ad ogni modo, gli eventi del 7 aprile possono segnare un momento molto importante nella storia del conflitto. Se venisse confermata la responsabilità marocchina nella morte di al-Bendir ciò potrebbe dar luogo a nuove riprese di violenza e aprire altre riflessioni sull’impegno politico e la capacità militare di Rabat in tale contesto.
Dunque, la situazione di tensione localizzata nell’area rivendicata dai Saharawi è probabilmente destinata ad infiammarsi ulteriormente data la rigidità delle parti. Il Marocco è disposto a concedere una forma di autonomia ai territori indipendentisti ma sempre all’interno dello Stato marocchino; condizione inaccettabile per il Fronte del Polisario, il quale per ora controlla circa 1/5 dei territori Saharawi rivendicati. Sebbene il cessate-il-fuoco sia rimasto in vigore dal 1991, i multipli fallimenti negoziali intercorsi negli ultimi 30 anni potrebbero eventualmente presagire nel migliore dei casi uno stallo a tempo indeterminato, ma nel peggiore un deterioramento della situazione e un’escalation armata.