Il dilemma dell’innovazione: Intelligenza Artificiale e comparto sicurezza
Si può considerare la comparsa sul mercato di tecnologie disruptive uno dei fattori abilitanti all’affacciarsi di nuove sfide e prove, in qualsiasi campo di applicazione. Spesso, la natura stessa di queste innovazioni supera le presenti necessità e consente di immaginare campi di applicazione fino a quel momento difficilmente ipotizzabili. In altri casi, l’avvento di nuove tecnologie rivoluziona le attività tradizionali. Ad esempio, il tumultuoso progredire delle Information and Communications Technology impone sempre più frequentemente la necessità di misurare la realtà con strumenti soggetti ad una rapida obsolescenza, con il rischio di ottenere risposte insufficienti o, talvolta, inadeguate. Nel caso della cosiddetta ‘Intelligenza Artificiale’ (IA), ci troviamo probabilmente all’intersezione tra questi due scenari. Da un lato si sta sviluppando un potentissimo strumento tecnologico di cui non è ancora possibile circoscrivere i limiti, dall’altro il contesto socio-economico è in continua trasformazione e richiede senza posa sempre nuovi strumenti per far fronte a vecchi e nuovi problemi. L’intero Sistema Paese è connesso in un’unica rete di nodi interdipendenti: dalle istituzioni, alle infrastrutture critiche fino alle aziende e al singolo cittadino. Si assiste ad una progressiva digitalizzazione e “datificazione” dei moderni enti statuali. Gli algoritmi a base IA promettono una svolta tecnologica in grado di assicurare la possibilità di quantificare, ordinare e, in ultima fase, governare l’incalcolabile e nuova mole di Big Data prodotti dalle società contemporanee. Questo è un traguardo insperato fino a pochi anni fa: una trasformazione radicale negli strumenti e nelle risorse a disposizione di amministratori e professionisti del comparto sicurezza.
Si tratta di un vero e proprio cambio di paradigma e, come tale, apre a grandi opportunità, ma potrebbe generare altrettanti rischi. E’ un punto di svolta, non rinviabile, a cui occorre reagire repentinamente per non subire il ritmo incalzante del cambiamento adottando, al contempo, un approccio il più possibile robusto ed organico.