I piani di Lourenço e l’opposizione angolana
Sabato 11 settembre, centinaia di cittadini angolani hanno protestato nella capitale Luanda per esprimere dissenso verso le modifiche alla legge elettorale presentate dal Presidente Joao Lourenço, che intende centralizzare il meccanismo di conteggio dei voti in vista delle elezioni del 2022.
L’opposizione si è dimostrata subito contraria ed ha manifestato l’intenzione di voler mantenere la procedura di scrutinio locale per tutelare la capacità di controllo e monitoraggio elettorale. Infatti, secondo i movimenti della società civile, il Capo dello Stato vorrebbe introdurre tale riforma alla scopo di poter controllare il conteggio dei voti e, eventualmente, effettuare brogli ed irregolarità per tutelare il proprio potere e quello del suo partito di riferimento, vale a dire il Movimento Popolare per la Liberazione dell’Angola (MPLA)
L’opposizione, capeggiata dall’Unione Nazionale per l’Indipendenza Totale dell’Angola (UNITA), ha deciso di sfidare il governo sia in parlamento che nelle piazze, ponendosi alla guida della protesta popolare.
La mobilitazione dei partiti e della società civile rappresenta una sfida profonda per il Presidente Lourenço e per l’MPLA, che si trovano ad affrontare uno scenario politico ed economico fragile ed aleatorio a causa della crisi e della pandemia di covid-19, con il tasso di disoccupazione e di povertà in crescita.
Le politiche di punta con cui si presentò il Presidente, come la lotta alla corruzione e la riduzione della dipendenza dai proventi dal petrolio non sono state realizzate. Inoltre, le promesse di liberalizzazione politica ed economica fatte dal MPLA al momento dell’insediamento del Capo dello Stato sono state disattese e, anzi, il panorama politico nazionale ha esacerbato alcuni tratti del proprio antico autoritarismo.
Come se non bastasse, il parlamento ha recentemente promulgato una legge di revisione costituzionale atta a confermare il primato del potere politico su quello della magistratura, al fine di indirizzare il potere giudiziario e trasformarlo in uno strumento di persecuzione legale di dissidenti e oppositori.
In un clima politico e sociale sempre più teso e polarizzato, la protesta angolana potrebbe assumere tratti sempre più radicali e violenti, trasformandosi in un fenomeno di massa e mettendo a repentaglio la tenuta del sistema di potere del MPLA e la stabilità di tutto il Paese.