Africa, torna l’incubo dell’Ebola
Il 7 febbraio, in Repubblica Democratica del Congo (DRC), e una settimana dopo in Guinea sono stati registrati nuovi casi di contagio dal virus Ebola. I dati più recenti, aggiornati al 15 febbraio, segnalano un totale di undici contagiati e tre morti. Nel periodo di massimo pericolo epidemico dell’ebola, tra il 2013 e il 2016, sono stati registrati più di 28.000 contagi e oltre 11.000 morti.
Nei Paesi che ne hanno più sofferto, come appunto al DRC, esistono procedure contenitive ormai consolidate ed un vaccino, ma la nuova diffusione del virus rischia di esasperare la pressione sui sistemi sanitari dovuta alla parallela epidemia di covid-19.
L’esperienza pregressa sia della popolazione che dei sistemi sanitari locali maturata nello scorso decennio giocherà un ruolo centrale nel contenimento della nuova ondata pandemica. Esistono metodi collaudati di contingentazione del contagio, e gli esperti in Guinea hanno già avviato il tracciamento dei contagiati e dei contatti tra essi ed il resto della popolazione.
Inoltre, grazie all’esistenza di un vaccino e alle scorte immagazzinate negli anni scorsi, le campagne vaccinali si sono immediatamente riaperte sia in Guinea che nella DRC.
É necessario però ricordare che rispetto al covid-19, l’ebola, sebbene abbia una capacità di trasmissione più ridotta, è un virus molto più letale e richiede un intervento efficace ed immediato per evitare l’allargamento del bacino di diffusione. I focolai in Guinea, nella prefettura di Nzérékoré al confine con Costa d’Avorio e Liberia, e in DRC, nella provincia del Kivu Nord al confine con Uganda e Rwanda, hanno fatto scattare i campanelli d’allarme non solo nell’immediato vicinato, ma in tutto il continente.