Le capacità italiane di contrasto alla criminalità organizzata come strumento di stabilizzazione in Africa Occidentale
Africa

Le capacità italiane di contrasto alla criminalità organizzata come strumento di stabilizzazione in Africa Occidentale

Di Marco Di Liddo
10.04.2019

L’Africa è un continente vasto e diversificato, dove una consistente fetta della popolazione vive purtroppo in condizione di estrema povertà, soprattutto nell’area sub-sahariana. Il basso livello di sviluppo in alcune regioni del continente si associa non solo alla povertà, ma anche ad assistenza sanitaria carente, a un accesso limitato all’istruzione primaria e a perduranti limiti nella governance e nello Stato di diritto. Questa situazione continua a permanere nelle regioni più vulnerabili di alcuni Paesi, nonostante il significativo e proficuo sforzo riformista e azioni di sostegno allo sviluppo da parte dei governi nazionali e delle organizzazioni internazionali. Secondo l’UNODC, nell’insieme di fattori esplicativi e concomitanti alle condizioni socio-economiche e politiche dei diversi Paesi, si aggiunge anche un elevato tasso di criminalità che si accompagna a sacche di diseguaglianza sociale, rapida urbanizzazione, alti livelli di disoccupazione nella popolazione giovanile, sistema giudiziario debole, corruzione, proliferazione incontrollata di armi, conflitti sociali e guerre civili. Sono questi ultimi, in particolare, ad avere avuto un impatto primario sulla crescita della criminalità comune e di quella organizzata che, a loro volta, beneficiano di condizioni di instabilità.

“La criminalità organizzata è un attore chiave nel promuovere e sostenere crisi umanitarie nelle aree di conflitto, dal momento che trae profitto da contesti caratterizzati da instabilità e caos. Ad esempio, le ricerche di UNODC indicano che le zone di conflitto sono particolarmente vulnerabili al traffico di esseri umani. Molte società fragili sono intrappolate in un circolo vizioso in cui la criminalità organizzata crea le basi per la propria crescita e i Paesi sono indeboliti nella loro capacità di combatterla e nella possibilità di garantire sicurezza e sviluppo”.

In questo senso, la criminalità organizzata è nata come sintomo di un profondo disagio economico, sociale, politico e culturale – identitario di alcune comunità africane e, una volta radicatasi e sviluppatasi, ha contribuito ad ostacolare e rallentare i processi di sviluppo, stabilizzazione, trasparenza e democratizzazione dei diversi Paesi del continente.

Diversi sono i fattori di pericolosità della criminalità organizzata africana e i motivi di preoccupazione che ruotano intorno alla sua crescita ed evoluzione. Analizzando i modelli operativi affermatisi nel continente, che variano da strutture fortemente gerarchizzate e unitarie (paragonabili alle mafie europee ed asiatiche) fino ad individui o piccoli gruppi disomogenei (soprattutto nel settore del crimine informatico), è impossibile non notare la drammatica commistione, in alcuni casi, tra economia illegale ed economia legale e tra ambienti malavitosi e istituzioni. In questo senso, le organizzazioni criminali africane possono usufruire del supporto di taluni esponenti del mondo politico – burocratico, diventare strumento oscuro di cooptazione elettorale o semplicemente configurarsi come alleanze ad hoc di soggetti legali che, in particolari circostanze, commettono attività illegali reiterate.

In collaborazione con Intellegit.

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