Libia, riparte il dialogo tra Est e Ovest con la mediazione del Marocco
Medio Oriente e Nord Africa

Libia, riparte il dialogo tra Est e Ovest con la mediazione del Marocco

Di Anthea Favoriti
10.09.2020

Il 6 settembre nella città di Bouznika in Marocco sono state avviate delle consultazioni tra una delegazione dell’Alto Consiglio di Stato Libico, sostenitore del Governo di Unità Nazionale di Tripoli (GUN), e una del Parlamento di Tobruk, rappresentato dal Presidente Aguila Saleh Issa e legato all’Esercito Nazionale Libico (ENL) con a capo il Generale Khalifa Haftar.

L’avvio di  questo dialogo costituisce il più importante sviluppo, all’interno delle trattative di pacificazione fra i due fronti, dal processo di Berlino di gennaio 2020 a oggi. Era infatti, dall’inizio del 2019, che i due schieramenti libici non sedevano allo stesso tavolo.

Nell’attuale contesto, la mediazione del Marocco sembra essere stata accettata favorevolmente anche dagli sponsor esterni, ovvero Turchia e Qatar per la Tripolitania e Egitto, Emirati Arabi Uniti e Russia per la Cirenaica, finora l’ostacolo principale alla ripresa dei negoziati. Nello specifico, il governo marocchino punta a ricreare lo “spirito” di Skhirat con l’intenzione di arrivare all’approvazione di un documento condiviso dalle parti. Infatti, come con l’accordo del 2015 i due schieramenti avevano assentito a creare un unico Governo di accordo nazionale, così oggi Rabat sta provando a facilitare un’intesa su nomi condivisi per guidare le istituzioni sovrane libiche.

I colloqui sembrerebbero svolgersi in un clima più disteso rispetto alle scorse settimane, come testimonia uno scambio di prigionieri tra l’ENL e il GUN, il primo dall’inizio del conflitto ad aprile 2019. Sebbene le parti assicurino di voler lavorare per una soluzione del conflitto, un possibile elemento in grado di incrinare l’equilibrio dei negoziati risiede nella figura del Generale Haftar. Di fatto, questi sembrerebbe non intenzionato a voler porre fine alle ostilità, come testimoniano le numerose violazioni alla tregua imposta il 21 agosto dal Governo tripolino nell’area di Sirte e al-Jufra e il suo rifiuto di smilitarizzare quest’area, almeno fino a quando la Turchia continuerà ad essere presente con le sue milizie in Libia. Inoltre, benché gli sponsor esterni abbiano cessato ogni iniziativa bellica da alcune settimane, hanno però continuato a far affluire in teatro rifornimenti, preparandosi di fatto per una possibile ripresa delle ostilità.

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