Strage Orlando, dolore per le 50 vittime. Si cerca il movente
Orrore in Florida: 50 morti e 53 feriti per una sparatoria in una discoteca gay di Orlando. La polizia ha ucciso l’attentatore, uno statunitense di origini afgane. Doppia la pista degli inquirenti: atto omofobo o terrorismo. Servizio di Francesca Sabatinelli:
Un altro11 settembre: la memoria degli Stati Uniti riporta al 2001 per ricordare una strage di tale portata. I morti del Pulse, locale gay di Orlando, sono le vittime della più sanguinosa sparatoria della storia statunitense, lo ha detto anche Obama, parlando alla Nazione e dicendo ancora una volta: basta alle armi. Come il fucile mitragliatore d’assalto tra le mani di Omar Mateen, classe 1986, americano di origine afgana, guardia giurata, “visceralmente omofobo”, a detta del padre, lui stesso forse simpatizzante dei talebani, instabile e violento per l’ex moglie, ma che poco prima di aprire il fuoco aveva chiamato il 119, giurando fedeltà all’Is, che ha poi rivendicato l’attacco. Il 29enne era stato già nel mirino dell’Fbi, nel 2013 e nel 2014, indagato due volte per sospetti legami con terrorismo, vicende poi archiviate, e per questo aveva continuato ad avere due licenze per portare armi. Ora l’Fbi ha aperto un’inchiesta per terrorismo, ma la famiglia continua ad escludere l’appartenenza allo Stato islamico. Nato a New York, Mateen era musulmano praticante ma sempre lontano dal radicalismo, secondo il padre. Il movente religioso, non c’entra nulla, ripete chi lo conosceva, a scatenare la rabbia di Mateen sarebbe stato un bacio tra due gay.
In attesa di sviluppi dell’indagine, l’interrogativo più grave resta se si sia trattato di atto terroristico o dettato dall’omofobia. Risponde a Francesca Sabatinelli, Andrea Margelletti, Presidente del Centro Studi Internazionali:
Fonte: Radio Vaticana