L’evoluzione delle esercitazioni militari cinesi attorno a Taiwan
Difesa e Sicurezza

L’evoluzione delle esercitazioni militari cinesi attorno a Taiwan

Di Emmanuele Panero e Federico Tedeschi
30.10.2024

La Repubblica Popolare Cinese (PRC - Peoples’ Republic of China) ha condotto il 14 Ottobre un’esercitazione militare su larga scala, della durata di un giorno, in cui ha simulato un blocco dell’Isola di Taiwan. L’attività, denominata Joint Sword 2024B, ha coinvolto assetti e personale della Marina (PLAN - People’s Liberation Army Navy), dell’Aeronautica (PLAAF - People’s Liberation Army Air Force) e delle Forze Missilistiche (PLARF - People’s Liberation Army Rocket Force) dell’Esercito Popolare di Liberazione, nonché della Guardia Costiera cinese (CCG - Chinese Coast Guard). L’esercitazione è stata esplicitamente ricondotta da Pechino ad una risposta al discorso del Presidente di Taiwan, Lai Ching-te, per la Giornata Nazionale, in cui lo stesso aveva riaffermato l’indipendenza della Repubblica di Cina (ROC - Republic of China) dalla Repubblica Popolare. La Joint Sword 2024B è stata la più breve tra le recenti esercitazioni interforze della PRC intorno a Taiwan, con una durata di sole 13 ore, rispetto ai due giorni della Joint Sword 2024A di Maggio, ai tre della United Sword Sharp 2023 ed ai dieci delle attività svoltesi nel 2022. La riduzione della durata risponde plausibilmente sia ad un intento politico-strategico di segnalare risolutezza evitando al contempo tensioni prolungate nella regione, sia ad uno scopo strategico-operativo di testare iterativamente la rapidità di mobilitazione, incrementando l’efficienza delle unità e generando dilemmi agli avversari sulle finalità ultime delle singole attivazioni.

Oltre alla ridotta finestra temporale, rispetto alle precedenti esercitazioni del PLA, quest’ultima si è inoltre particolarmente avvicinata alle coste di Taiwan ed il volume delle attività si è notevolmente ampliato. Durante la Joint Sword 2024B, il Comando del Teatro Orientale del PLA ha infatti schierato il gruppo navale della portaerei CNS Liaoning, il quale ha operato nel sud-est di Taiwan, oltre il Canale di Bashi tra l’Isola e le Filippine. Questa posizione ha permesso di controllare un chokepoint chiave, stabilendo sia un blocco esterno che una pressione interna funzionale nell’eventualità di una crisi a bloccare il passaggio di forze militari straniere che cercassero di sostenere la ROC. Durante la Joint Sword 2024B, inoltre, sono state simulate più di 125 sortite aeree vicino all’Isola, in prevalenza con l’impiego di velivoli Shenyang J-16, J-15 e Sukhoi Su-30, e più di 111 di queste hanno attraversato la linea mediana dello Stretto di Taiwan e sono entrate nella Zona di Identificazione Aerea dell’Isola (ADIZ - Air Defence Identification Zone). In aggiunta, le operazioni di decollo ed appontaggio di assetti ad ala fissa e ad ala rotante condotte dalla portaerei CNS Liaoning in un solo giorno hanno superato quelle effettuate nell’arco di tre giornate dalla CNS Shandong durante l’esercitazione United Sword Sharp dell’Aprile 2023 segnando un non marginale aumento capacitivo della componente aerea imbarcata cinese. In termini di unità di superficie, invece, diciassette navi del PLAN ed altrettante della CCG hanno operato intorno a Taiwan, con alcune imbarcazioni che si sono molto avvicinate alle coste dell’Isola. In particolare, quattro formazioni navali della CCG, guidate dai pattugliatori Haijing 2901, 1305, 1303 e 2102, rispettivamente di classe Zhaotou, Shucha II, Zhaoyu e Zhaodai, hanno condotto operazioni di pattugliamento e controllo delle acque intorno a Taiwan e vicino alle isole esterne di Matsu e Dongyin, segnando per la prima volta un coinvolgimento significativo della CCG in attività attorno alla ROC. Nel settore est dell’Isola, infatti, la CCG ha schierato una delle sue navi più grandi, la Haijing 2901, la quale, con un dislocamento di oltre 12.000 tonnellate, una velocità di punta di 25 nodi ed un armamento primario costituito da un cannone a tiro rapido da 76 mm, era alla prima partecipazione ad un’esercitazione nel quadrante di Taiwan. L’esercitazione Joint Sword 2024B si è svolta in tutte e sei le aree rivendicate attorno all’Isola, le quali si sovrappongono alla zona contigua di Taiwan, ossia l’area di acque tra le 12 e le 24 miglia nautiche dalle coste della ROC, ponendosi in netto contrasto con la Joint Sword 2024A di Maggio 2024, quando tutti i settori dell’esercitazione si trovavano a ridosso della zona contigua della ROC, ma non l’attraversavano. Questo, insieme ad una partecipazione significativa della CCG ed all’aumento dei decolli di velivoli segnala un sensibile rafforzamento della postura di deterrenza della Repubblica Popolare, nonché un progressivo affinamento capacitivo da parte del PLA.

La precedente esercitazione nel mese di Maggio 2024, denominata Joint Sword 2024A era anch’essa stata ufficialmente ricondotta da Pechino ad un intervento del Presidente Lai Ching-te, in occasione del suo insediamento, e si concentrava principalmente sull’integrazione delle diverse componenti del PLA in un’operazione congiunta contro Taiwan, con l’obiettivo di simulare un blocco aeronavale seguito da un’invasione coordinata. Nell’occasione, oltre all’interoperabilità, un’attenzione particolare venne posta sull’uso di droni e tecnologie avanzate per guerra elettronica ed operazioni cibernetiche, integrando la generazione di effetti cinetici e non-cinetici al fine di minare le capacità difensive avversarie e la relativa volontà di combattere. Durante l’esercitazione, vennero impiegati 49 velivoli nel primo giorno e 62 nel secondo, tra cui i Chengdu J-20, con rispettivamente 35 e 47 dei quali che attraversarono la linea mediana dello Stretto di Taiwan, penetrando nell’ADIZ dell’Isola. Questo dato è inferiore al picco di 68 velivoli durante le esercitazioni del 2022 e notevolmente inferiore a quello di 91 registrato nell’Aprile del 2023. Al contrario la presenza navale cinese intorno a Taiwan fu piuttosto significativa, con il dispiegamento nel primo giorno di 19 navi del PLAN ed il secondo giorno di 27. Nell’Agosto 2022, il picco di un solo giorno era stato di 14 navi e nell’Aprile 2023 di sole 12 navi. Il dispiegamento di 27 unità il 24 Maggio ha persino superato il precedente record di 20 unità del PLAN, stabilito nel Settembre 2023 durante una serie di esercitazioni di basso profilo e prive di formale denominazione.

L’incremento nella frequenza e complessità delle attività militari cinesi attorno a Taiwan ha avuto avvio con l’esercitazione del PLA nell’Agosto 2022, in risposta alla visita della Speaker della Camera dei Rappresentanti statunitense, Nancy Pelosi. Le operazioni si svolsero dal 4 al 10 Agosto e, per la prima volta, alcune manovre si avvicinarono fino alle 12 miglia nautiche dalla costa di Taiwan, la distanza che in genere rappresenta il confine delle acque territoriali di un Paese secondo il diritto internazionale. Al centro delle operazioni navali vi fu la portaerei CNS Liaoning, protagonista di manovre di attacco e difesa aerea, supportata da almeno dieci navi da guerra, tra cui cacciatorpediniere Type 052D, classe Luyang III, e fregate, impegnate in operazioni di blocco navale. L’attività aerea vide l’impiego dei caccia multiruolo Shenyang J-11 e J-16, con incursioni nello Stretto di Taiwan e simulazioni di attacchi ad obiettivi terrestri. Cruciale fu anche il ruolo del PLARF, che lanciò nell’occasione undici missili balistici Dongfeng, alcuni dei quali sorvolarono la ROC per poi cadere nella zona economica esclusiva giapponese. Il secondo momento di rilevante tensione tra Cina e Taiwan si è concretizzato poi nell’Aprile 2023, con l’esercitazione militare United Sword Sharp, in risposta all’incontro tra la Presidente taiwanese, Tsai Ing-wen, ed il nuovo Speaker della Camera dei Rappresentanti statunitense, Kevin McCarthy, in territorio americano. Questa attività vide un dispiegamento significativo di forze da parte della PRC, sottolineando non solo il progressivo avanzamento delle capacità operative di Pechino, ma anche la risolutezza nell’impiegare lo strumento militare per generare una pressione intermittente su Taipei. La portaerei CNS Shandong ebbe un ruolo centrale nell’esercitazione, ospitando numerosi velivoli da combattimento e fungendo da base per le operazioni aeree. Nell’occasione vennero impiegati anche bombardieri strategici Xian H-6K, capaci di lanciare missili da crociera a lungo raggio, nonché caccia da combattimento multiruolo J-16 e Su-30. Anche il supporto di superficie alla CNS Shandong fu piuttosto consistente, con un gruppo navale composto da cacciatorpediniere Type 055 di classe Renhai e Type 052D di classe Luyang III, da fregate Type 054A di classe Jiangkai II e da una nave rifornitrice Type 901, classe Fuyu. Il gruppo portaerei CNS Shandong ed i sottomarini d’attacco a propulsione nucleare eseguirono inoltre manovre simulanti un blocco navale, dimostrando la capacità cinese di contestare ed interdire le linee di rifornimento marittime (SLOC – Sea Lines of Communication) nell’area.

La tendenza escalatoria nelle attività militari cinesi attorno a Taiwan è proseguita con un’esercitazione notturna nel Luglio 2023, che ha visto l’impiego massiccio di forze aeree e navali. La PLAAF ha infatti schierato caccia multiruolo Chengdu J-10 e Shenyang J-16, oltre a bombardieri a lungo raggio Xian H-6, sorvolando in forze l’ADIZ della ROC. Anche i droni, in prevalenza BZK-005 e TB-001, ebbero un ruolo rilevante nelle attività, simulando operazioni di intelligence, sorveglianza e ricognizione (ISR – Intelligence, Surveillance and Reconnaissance), nonché di attacco al suolo. Il dispositivo navale incluse nell’occasione cacciatorpediniere e fregate, che manovrarono ad una distanza minima di 24 miglia nautiche dalla costa di Taiwan. La presenza di unità anfibie da sbarco, nell’occasione, rafforzò ulteriormente non solo il messaggio di deterrenza inteso dalla Repubblica Popolare, ma ampliò l’approntamento operativo in vista di un’eventuale azione offensiva, anche in scenario notturno.

Nel complesso, le esercitazioni militari cinesi nell’ultimo triennio hanno mostrato un’intensificazione nell’ambizione e nell’articolazione tattico-operativa, riflettendo una strategia sempre più aggressiva nei confronti di Taiwan. Nonostante le attività condotte nell’Agosto 2022 segnino l’inizio di questa tendenza, già nell’Aprile 2021 la Repubblica Popolare Cinese condusse un’esercitazione focalizzata su operazioni di sbarco anfibio, mirata a simulare un’ipotetica invasione dell’Isola. L’operazione, organizzata dal PLA, si svolse nelle acque e nelle zone costiere della Provincia del Fujian, di fronte a Taiwan. Fin dall’inizio, la Repubblica Popolare ha puntato su operazioni anfibie e di assalto, seguite da manovre su larga scala che combinavano forze terrestri, aeree e marittime, con un crescente coinvolgimento di sistemi d’arma avanzati, inclusi i caccia stealth J-20. Nel complesso, queste esercitazioni hanno dimostrato la capacità di condurre operazioni congiunte tra le varie componenti del PLA, con particolare attenzione al blocco marittimo ed all’accerchiamento della ROC, simulando l’isolamento di Taiwan al fine di impedire qualsiasi interferenza o intervento esterno. Rispetto alle prime esercitazioni, dominate da operazioni anfibie tradizionali, si è tuttavia progressivamente assistito ad un’evoluzione verso scenari più complessi che includono l’impiego di missili balistici, nonché di aerei per sorveglianza e guerra elettronica, quali le versioni dedicate degli Y-8 ed Y-9. A ciò si è aggiunta una crescente prontezza al combattimento ed alle operazioni multi-dominio, coinvolgendo anche la CCG, benché con un ritmo operativo ed una durata di attivazione ancora limitate. L’enfasi sulle operazioni notturne, come quelle del 2023, ed il crescente avvicinamento delle manovre alle coste taiwanesi nel 2024 hanno infine messo in evidenza la determinazione della Repubblica Popolare Cinese a migliorare le proprie capacità operative in diverse condizioni ambientali, rendendo nel tempo sempre più difficile discriminare l’approntamento ad un’attività esercitativa da un’eventuale operazione reale.

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