Le visite di Modi in Francia e negli Stati Uniti: significato e risultati
Tra il 10 e il 13 febbraio, il Primo Ministro indiano Narendra Modi si è recato in visita in Francia e Stati Uniti, dove ha incontrato i rispettivi Presidenti, Emmanuel Macron e Donald Trump. La rilevanza assoluta della missione del leader indiano risiede, anzitutto, nel consolidamento dei partenariati politici ed economici dell’India con due attori chiave per la realizzazione degli ambiziosi progetti nazionali di modernizzazione tecnologica, diversificazione dell’approvvigionamento di sistemi d’arma e rafforzamento della capacità manifatturiera. Al centro dei dialoghi bilaterali si segnala anche il tema della connettività, con focus sul progetto India–Middle East–Europe Economic Corridor(IMEC), che ha ricevuto il sostegno del nuovo Presidente americano. Sul corridoio indo-mediterraneo, la Francia si candida con sempre maggiore forza a giocare un ruolo centrale, grazie ai recenti importanti sforzi politici e diplomatici. Dal punto di vista geopolitico, Nuova Delhi grazie a questa duplice visita ha confermato il proprio allineamento con la Francia di Macron nei teatri dell’Indo-Pacifico, del Caucaso meridionale e del Mediterraneo, mentre ha incassato il fondamentale supporto della nuova leadership americana, apparsa intenzionata ad agire nella regione asiatica in continuità con l’amministrazione precedente. L’India, dunque, sembra mantenere e consolidare il suo ruolo come attore in grado di controbilanciare la Repubblica Popolare Cinese nell’Oceano Indiano, mentre si conferma, almeno nel medio-lungo periodo, come potenziale polo d’attrazione per gli investimenti diretti esteri (IDE) in rapida uscita dal territorio cinese (meno 168 miliardi di dollari di IDE netti registrati nel 2024). Allo stesso tempo, oggetto delle conversazioni bilaterali sono stati anche i conflitti e i negoziati relativi al Medio Oriente e all’Ucraina, dossier sui quali l’India mira a svolgere un ruolo in nome della ritrovata centralità internazionale.
Quella in Francia, in particolare, è stata la sesta visita del leader indiano nel Paese dalla sua elezione nel 2014, ed ha consentito all’India di co-presiedere l’Artificial Intelligence (AI) Action Summit, svoltosi a Parigi tra il 10 e l’11 febbraio. Nell’agenda di Modi, oltre all’incontro con Macron, spicca anche una tappa all’International Thermonuclear Experimental Reactor, utile a rilanciare il tema della cooperazione franco-indiana sull’energia nucleare, con attenzione particolare alla centrale di Jaitapur, in Maharashtra. Nel quadro del solido partenariato strategico che lega Parigi e Nuova Delhi da oltre 25 anni, i due leader hanno discusso anche del rafforzamento della cooperazione nel settore difesa. La Francia, di fatto, si è già imposta come secondo maggiore fornitore della difesa indiana nel periodo 2019-23, coprendo circa un terzo delle forniture complessive acquisite dal Paese guidato da Modi. In questo quadro, India e Francia hanno siglato, già nel 2024, una Defence Industrial Roadmap per la progettazione e lo sviluppo congiunto di hardware e la cooperazione in vari settori, tra cui quello spaziale. Oltre ai progetti e le forniture già in corso, tra cui spiccano la produzione di sottomarini Classe Scorpène e l’acquisizione di 26 caccia Rafale M, India e Francia hanno rilanciato la collaborazione tra il Safran Group e la Defence Research and Development Organisation (DRDO). Nel mentre, discussioni sono in corso in relazione al settore missilistico e alla produzione di motori per elicotteri e aerei. La Francia, alle prese con la necessità di dotarsi di un nuovo lanciarazzi multiplo, sembrerebbe aver mostrato anche un iniziale interesse per il *Pinaka *sviluppato dalla DRDO. Proprio il sistema indiano, sul finire del 2024, è stato venduto all’Armenia, mossa che conferma il crescente allineamento tra Nuova Delhi e Parigi nelle dinamiche di sicurezza del Caucaso Meridionale, in contrapposizione all’asse rappresentato da Turchia, Azerbaigian e Pakistan. Inoltre, il Presidente Macron ha accolto con favore la decisione di includere l’India come osservatore nel programma Eurodrone MALE, gestito dalla Organizzazione congiunta per la cooperazione in materia di armamenti (OCCAR). Importanti passi avanti, inoltre, tra gennaio e febbraio 2025, sono stati fatti in tema di cooperazione in ricerca e sviluppo relativa a tecnologie nel settore militare, compreso l’aerospazio.
Sul tema dell’AI, i due Paesi appaiono intenzionati ad ampliare la cooperazione anche attraverso la India-France Roadmap on Artificial Intelligence, mentre le startup indiane sono state invitate a partecipare all’incubatore francese Station F. Sul fronte della connettività, la Francia ha rilanciato il tema del porto di Marsiglia come terminale del progetto IMEC, ipotesi rafforzata anche dalla decisione indiana di aprire un Consolato nell’importante città portuale alla presenza dello stesso Modi. Sul punto, si ricorda come la Francia abbia nominato un inviato speciale per IMEC, Gérard Mestrallet, il quale nel settembre 2024 ha compiuto un viaggio in Gujarat, dove ha analizzato le strategie di sviluppo indiane al fine di coordinarle con quelle francesi, con attenzione particolare al porto di Mundra. L’India, in tempi recenti, ha proceduto con forza, insieme agli Emirati Arabi Uniti (EAU), al completamento del segmento orientale dell’IMEC, che mira a rafforzare i collegamenti tra la costa occidentale indiana e il Golfo. Dal canto suo, la Francia ha mostrato un chiaro interesse nel partenariato strategico ampio tra India ed EAU, al punto che sembra mirare a trasformare tale relazione bilaterale in un’intesa trilaterale più ampia.
Modi, successivamente, tra il 12 e 13 febbraio si è recato negli Stati Uniti dove ha incontrato il Presidente Trump e una serie di advisor e personaggi influenti ad esso molto vicini. L’incontro al vertice, il cui timing (meno di un mese dall’insediamento di Trump) sottolinea l’importanza che la nuova amministrazione americana accorda alle relazioni con l’India, ha avuto esito estremamente positivo. In particolare, gli Stati Uniti sembrerebbero aver confermato la centralità del Paese guidato da Modi nella strategia nazionale per l’Indo-Pacifico, anche e soprattutto in chiave anti-cinese. Inoltre, i due leader hanno rilanciato la centralità del Quadrilateral Security Dialogue (QUAD), sottolineando la volontà di cooperare e lanciare nuove iniziative dall’Oceano Indiano occidentale al Medio Oriente. Richiami sono stati fatti anche al forum informale I2-U2 (India, Israele, USA, EAU), le cui attività hanno subito un parziale congelamento a seguito dello scoppio del conflitto israelo-palestinese. Proprio il format I2-U2 è stato menzionato nel documento finale in relazione allo sviluppo del progetto IMEC.
La cooperazione nel settore difesa è emersa come tema centrale dell’incontro tra India e Stati Uniti, che hanno lanciato l’iniziativa Catalyzing Opportunities for Military Partnership, Accelerated Commerce & Technology for the 21st Century (US-India COMPACT), volta a tradurre il reciproco interesse in risultati concreti, nel breve-medio periodo. Nel dettaglio, Nuova Delhi e Washington dovrebbero proseguire nel rafforzamento delle relazioni ravvivate a seguito dello scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina, favorendo l’emergere di intese in tutti i domini operativi, non solo attraverso la vendita di sistemi d’arma USA, ma attraverso la co-produzione. Missili anticarro Javelin, veicoli per fanteria Stryker e velivoli di pattugliamento marittimo P-8I saranno oggetto di prossimi accordi. In questo ambito, i due Paesi hanno anche definito una serie di misure e normative volte a rendere la cooperazione nel settore difesa più agile ed efficace. Nel corso dell’incontro, inoltre, Trump ha menzionato la possibile fornitura all’India di caccia F-35 di quinta generazione, dossier tuttavia ancora da sviluppare dati, tra le altre cose, gli alti costi e le criticità relative alla verosimile esclusione degli indiani dalla gestione delle tecnologie e dalla manutenzione. A favorire l’intesa USA-India è la temporanea convergenza di interessi strategici tra i due Paesi, con i primi che perseguono il duplice obiettivo di spezzare il forte legame esistente tra difesa indiana e russa, favorendo al contempo il rafforzamento di un attore rivale della Cina in Asia, mentre la seconda punta a modernizzare il settore militare integrando e acquisendo sistemi d’arma e know-how utili a rafforzare le proprie Forze Armate. Tuttavia, tale convergenza non si traduce necessariamente in una vera e propria sovrapposizione di obiettivi strategici di lungo periodo, in quanto l’India mantiene il Pakistan piuttosto che la Cina in cima alla lista delle priorità di sicurezza e difesa nazionali, tema questo che potrebbe rappresentare in prospettiva un problema rilevante. Proprio su questo punto, l’India ha ottenuto importanti risultati in quanto il rivale pakistano è stato menzionato nel documento finale dell’incontro, in relazione alla necessità che il suo territorio non venga utilizzato per attività terroristiche e attacchi oltreconfine. Anche per quanto concerne il Bangladesh e l’immediato vicinato indiano, la nuova amministrazione americana è apparsa interessata a sposare le priorità dell’India, aspetto particolarmente apprezzato dal Governo Modi.
Dal punto di vista economico e tecnologico, India e Stati Uniti hanno confermato la volontà di rafforzare la cooperazione attraverso la creazione dell’iniziativa Transforming the Relationship Utilizing Strategic Technology (TRUST), che mira a favorire la cooperazione nei settori critici con focus particolare sull’AI. Altri settori contenuti nell’intesa sono: semiconduttori, computazione quantistica, biotecnologie, energia e spazio. Sul tema, si evidenzia la continuità della nuova amministrazione rispetto alla precedente, in quanto la nuova iniziativa appare ricalcare ampiamente la United States–India Initiative on Critical and Emerging Technology promossa da Biden. Le differenze principali di approccio tra democratici e repubblicani, per quanto concerne l’India, rimangono legate alla promozione dei primi di aspetti relativi alle tecnologie green, assenti nei documenti proposti dai secondi. In prospettiva, dunque, gli Stati Uniti sembrano intenzionati a proseguire nel piano di rafforzamento dell’economia e del mercato indiano, potenziale alternativa a quello cinese ancora estremamente attrattivo. A riprova di ciò, nella dichiarazione finale i due Paesi affermano di voler raggiungere i 500 miliardi di dollari di interscambio commerciale complessivo entro il 2030, dai poco meno di 130 registrati nel 2024. Di fatto, tale obiettivo rappresenterebbe una sostanziale sostituzione della Cina come principale partner asiatico, con la quale gli Stati Uniti hanno fatto registrare un interscambio superiore ai 600 miliardi di dollari (tenendo conto anche di Hong Kong) nel 2024. Per favorire ciò, Nuova Delhi e Washington lavoreranno alla definizione di un Bilateral Trade Agreement, volto a favorire l’accesso ai rispettivi mercati, che non dovrebbe comunque presentare le caratteristiche tipiche di un trattato di libero scambio, percepito negativamente dall’amministrazione Trump. Ampia attenzione è stata posta al tema degli investimenti, con gli Stati Uniti che hanno sottolineato l’ingresso di aziende indiane nel mercato domestico nei settori dell’acciaio, alluminio e batterie.
Sul tema economico e commerciale, tuttavia, si segnala come l’approccio della nuova amministrazione statunitense, dal carattere “neo-mercantilista”, potrebbe far emergere criticità nei rapporti nel corso dei prossimi quattro anni. In particolare, data l’estrema rilevanza delle esportazioni per il PIL indiano (21.8% del totale nel 2023 secondo dati Banca Mondiale), le politiche protezionistiche americane potrebbero avere un impatto negativo sul Paese asiatico. Allo stesso tempo, la richiesta statunitense di diminuzione del deficit commerciale con l’India, pari a circa 45.7 miliardi nel 2024, passerà difficilmente per l’acquisto di idrocarburi come richiesto da Trump. Qualora, infatti, l’India decidesse di sostituire buona parte delle forniture russe con quelle americane, si registrerebbe un incremento dell’inflazione difficile da gestire per il Governo Modi. Più probabile, per quanto riguarda l’energia, che gli Stati Uniti puntino a collaborare nella realizzazione di centrali nucleari in territorio indiano. Infine, anche le politiche migratorie restrittive promosse dagli statunitensi potrebbero avere un impatto negativo sull’economia indiana, in quanto le rimesse delle comunità all’estero, attualmente, superano per valore il totale degli investimenti diretti esteri raccolti dal gigante asiatico. Inoltre, proprio la percentuale maggiore delle rimesse indiane proviene proprio dalla diaspora presente negli Stati Uniti e, per questa ragione, il dossier genera non poche preoccupazioni in India.
In questo contesto, mentre è possibile prevedere un’ulteriore evoluzione positiva dei rapporti tra India e Francia nel medio periodo, quelli tra India e Stati Uniti, seppur solidi, restano esposti a potenziali criticità che le rispettive leadership potrebbero dover smussare. In quest’ottica, le buone relazioni tra Modi e Trump giocheranno, senza dubbio, un ruolo decisivo nel corso dei prossimi quattro anni.