Le probabilità di uno scontro tra Cina e Filippine nel Mar Cinese Meridionale
Asia e Pacifico

Le probabilità di uno scontro tra Cina e Filippine nel Mar Cinese Meridionale

Di Sofia Bertolino
25.06.2024

Di recente, la Marina dell’Esercito Popolare di Liberazione Cinese (PLA Navy) ha ampliato la sua presenza nei pressi delle isole Spratly, arcipelago situato nel Mar Cinese Meridionale, al centro di aspre contese territoriali. Nonostante queste ricadano nella zona economica esclusiva delle Filippine, la Cina ne rivendica la sovranità e ciò ha favorito l’emergere di tensioni nel corso del tempo. Il 12 luglio 2016, in linea con la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS), il tribunale arbitrale si è pronunciato a favore delle Filippine riguardo la disputa sui territori contesi con la Cina, ma questo non ha permesso di superare la questione.

Di recente, si registra una forte tensione tra i due Paesi proprio nella zona interessata. Tra gli episodi più gravi figura l’incidente del 5 marzo, nei pressi del Second Thomas Shoal, reef sommerso nelle isole Spratly. In quella circostanza si sono registrate due collisioni tra le navi della Guardia Costiera Cinese e gli omologhi filippini, che hanno causato quattro feriti tra questi ultimi. Successivamente, il 19 maggio si è registrato il tentativo da parte della Guardia Costiera Cinese di ostacolare il trasporto medico di un membro della Marina filippina. Tra il 28 maggio ed il 3 giugno, inoltre, la Marina filippina ha rilevato la presenza di circa undici navi appartenenti alla Marina cinese nella sua zona economica esclusiva. Negli ultimi giorni, Pechino ha comunicato una possibile implementazione delle regole sulla violazione dello spazio marittimo, che ha prodotto forte preoccupazione tra i lavoratori del settore ittico filippino. Le nuove norme, infatti, prevedono la detenzione fino a 60 giorni per gli stranieri che illegalmente passano i confini intesi dalla Cina. A prescindere da ciò, Cina e Filippine restano partner commerciali, per questo le recenti provocazioni di Pechino sembrerebbero essere legate di più alla tensione con gli Stati Uniti che a dinamiche strettamente connesse ai rapporti tra i due attori asiatici.

La rilevanza del Mar Cinese Meridionale risiede nel suo ricco bacino per la pesca e nella presenza di giacimenti di petrolio e gas naturali. In particolare, la sua rotta commerciale è cruciale nell’economia cinese, poiché il 40% delle esportazioni di Pechino transitano per queste acque. Dal 2023 è aumentata la presenza di navi militari e Guardia Costiera cinese nelle zone vicine al Second Thomas Shoal per limitare le missioni di approvvigionamento della Marina filippina alla Sierra Madre, relitto della Seconda Guerra Mondiale incagliato appositamente nel bassofondo nel 1999 dalle Filippine per affermare la propria giurisdizione.

In questo quadro, l’attuale Presidente delle Filippine Ferdinand R. Marcos Jr sembrerebbe aver adottato un atteggiamento meno accomodante nei confronti della Cina rispetto al predecessore Rodrigo Duterte. Marcos Jr, in particolare, ha varato misure volte a rafforzare il controllo e la difesa dei propri territori come il programma di trasparenza con i media e l’intensificazione della presenza della Guardia Costiera nell’area. In questo contesto, le Filippine hanno permesso l’accesso dei giornalisti delle principali testate all’area contesa, con il doppio scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti delle missioni di rifornimento della Marina, poiché in passato quest’ultime non erano riportate pubblicamente, e documentare in maniera dettagliata eventuali scontri con le navi cinesi. In aggiunta, nell’ultimo periodo si sottolinea l’impegno della Guardia Costiera Filippina nello scortare alcune delle missioni per la Sierra Madre. Infine, il leader delle Filippine ha cercato l’appoggio statunitense nel quadro dell’Enhanced Defense Cooperation Agreement del 2014, e di comune accordo con il Dipartimento della Difesa americano ha annunciato la creazione di quattro nuove basi militari nell’aprile 2023. Tre di queste sono previste tra le province di Isabela e Cagayanuna, in direzione di Taiwan, mentre l’ultima sarà istituita sull’isola di Balabac, nei pressi di Palawan, posizione strategica data la sua vicinanza alle isole Spratly. Manila e Washington sono legate da un Trattato di Mutua Difesa risalente al 1951. Qualora dovesse verificarsi una escalation nell’area, il Dipartimento di Stato americano ha specificato che il mutuo soccorso previsto in caso di un attacco straniero è valido anche per i territori controllati dalla Guardia Costiera Filippina, tra cui rientrano le isole Spratly.

La prospettiva filippina sulla sicurezza regionale è emersa poche settimane fa nel discorso di Marcos Jr tenutosi nell’ultimo Shangri-La Dialogue di Singapore. Il Presidente, specificatamente, ha espresso il timore che gli Stati del Sud-est asiatico diventino territorio di scontro tra le superpotenze, preoccupazione storicamente condivisa da tutti i Paesi dell’area. Proprio in questo contesto, si sottolinea la centralità dell’ASEAN ed i negoziati con la Cina per l’approvazione del codice di condotta (COC) finalizzato a rendere il Mar Cinese Meridionale un’area di cooperazione e pace.

Nel complesso, la Cina sembra voler mantenere un comportamento assertivo, facendo valere le proprie ragioni storiche e la sua superiorità nell’area di navigazione. Ciononostante,Manila resta un importante partner commerciale per Pechino, necessario nel rifornimento di materie prime come il nichel e anche nel commercio di semiconduttori, in quanto il Paese gioca un ruolo importante nella parte finale della catena di produzione dei microchip.

Entrambi gli Stati sembrano volere una risoluzione diplomatica pertanto, nel breve-medio periodo, uno scontro tra i due Paesi appare come improbabile. Nel breve periodo non si esclude un nuovo ricorso all’UNCLOS da parte delle Filippine per garantire libertà di navigazione nella propria zona economica esclusiva e mostrare la violazione del diritto internazionale da parte della Cina. Dato che Pechino è attualmente impegnato nel riconoscere l’autorità degli organi internazionali, c’è possibilità che possa mettere in pausa le sue rivendicazioni storiche nell’area. Tuttavia, il rischio di incidenti nell’area resta piuttosto elevato e il mancato raffreddamento delle tensioni tra Pechino e Washington potrebbe cambiare lo scenario in corso aprendo a una possibile escalation che potrebbe coinvolgere anche le Filippine.

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