Etiopia, imposto il coprifuoco nelle città dell’Ovest
Africa

Etiopia, imposto il coprifuoco nelle città dell’Ovest

Di Caterina Ardigò
15.07.2022

Il 14 luglio, le autorità etiopi hanno deciso di imporre il coprifuoco nella città di Gambella, capoluogo dell’omonima regione nell’ovest del Paese, come misura di innalzamento della sicurezza dopo l’attacco congiunto da parte dell’Esercito di Liberazione dell’Oromia (OLA) e dal Fronte di Liberazione di Gambella (GLF).

Negli ultimi mesi, le regioni occidentali etiopi sono state colpite da una serie di attacchi da parte dell’OLA e del GLF, organizzazioni para-militari su base etnica che combattono sia contro il governo centrale che contro le amministrazioni locali per affermare i propri diritti sulla terra arabile e sulle risorse del suolo. Tuttavia, la città di Gambella non è l’unica amministrazione ad avere imposto delle restrizioni di questo tipo. Ad esempio, le regioni di Ahmara e Benishangul Gumuz hanno ordinato un “coprifuoco temporaneo” per garantire la sicurezza dei cittadini in seguito a violente proteste civili susseguitesi nelle ultime settimane.

L’imposizione del coprifuoco testimonia il profondo stato di insicurezza e volatilità in cui si trova l’Etiopia, alle prese con la complessa gestione del conflitto del Tigray e con il crescente malcontento nei confronti del Premier Abiy Ahmed, accusato dalle opposizioni di derive autoritarie e cesariste. Proprio per questa ragione, il Primo Ministro ha intensificato gli sforzi per una soluzione negoziale della guerra civile, usufruendo della mediazione del Kenya. Ahmed teme l’intensificazione dei livelli di violenza nelle altre regioni del Paese e spera che il raggiungimento del compromesso con il fronte ribelle tigrino possa incentivare il processo di normalizzazione. L’eventuale firma di un accordo tra tigrini e governo di Addis Abeba potrebbe fruttare alla regione del Tigray un afflusso di 300 milioni di dollari per la ricostruzione, finanziati in larga parte dalla Banca Mondiale. Quest’ultimo afflusso di capitali potrebbe rappresentare un fattore decisivo per spingere i tigrini alla trattativa, soprattutto nel momento in cui ci fossero garanzie di gestione congiunta dei fondi (autorità centrali ed autorità locali).

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