Egitto-Qatar: un riavvicinamento dai riflessi molteplici
Medio Oriente e Nord Africa

Egitto-Qatar: un riavvicinamento dai riflessi molteplici

Di Giuseppe Dentice
05.08.2021

Il 29 luglio, l’Emiro del Qatar, lo Sceicco Tamim bin Hamad al-Thani, ha nominato Ambasciatori in Egitto e Libia rispettivamente Salem bin Mubarak al-Shafi e Khalid Mohammed al-Dosari. L’annuncio dei rappresentanti diplomatici qatarini segna un ulteriore passo nel processo di riavvicinamento tra Il Cairo e Doha. Già nel giugno di quest’anno si erano potuti registrare alcuni segnali incoraggianti, come ad esempio la nomina da parte egiziana di un proprio Ambasciatore in Qatar, seguendo per analogia quanto fatto anche da Riyadh alcune settimane prima. Discorso diverso invece per Emirati Arabi Uniti (EAU) e Bahrain, i quali stanno procedendo con modalità differenti a ripristinare i rapporti diplomatici con il vicino arabo.

Le relazioni tra Egitto e Qatar sono state contrassegnate da una continua altalena di rapporti nel corso dell’ultimo decennio. Doha, infatti, aveva supportato l’Egitto post-mubarakiano durante le Primavere Arabe, supportando numerosi progetti di stabilizzazione macro-economica e politica e durante l’elezione del maggio-luglio 2012 il Qatar aveva salutato con grande entusiasmo la vittoria del candidato della Fratellanza Musulmana locale, Mohammed Morsi. Tuttavia la deposizione di quest’ultimo nel giugno-luglio 2013, aveva portato ad un brusco stop nelle relazioni bilaterali, che hanno subito infine un totale stralcio nel giugno 2017 per effetto della crisi interna al Consiglio di Cooperazione del Golfo (GCC), che mascherava in parte le tensioni regionali emerse tra i differenti poli di potere contrapposti.

La recente mossa intrapresa da Doha rappresenta quindi una conferma importante di un trend generale tanto a livello bilaterale che multilaterale che procede più o meno spedito verso un tentativo – quanto meno tattico – di ricomposizione delle fratture esistenti nella regione. Infatti, la distensione egiziano-qatarina si inserisce all’interno di un processo di riconciliazione macro-regionale che coinvolge anche la Turchia, altro attore coinvolto in molte delle dinamiche competitive mediorientali e principale alleato di Doha nell’area MENA. Nonostante il riavvicinamento tra Qatar e blocco arabo-conservatore (del quale l’Egitto è parte integrante) sia un passaggio palese, lo stesso non può dirsi nel medesimo processo tra Turchia, Egitto e Golfo. Tale differenziazione nelle tempistiche è dovuta anche a un diverso approccio nei confronti della questione dei Fratelli Musulmani. Se infatti la causa islamista continua a costituire una linea rossa invalicabile per Ankara, nell’ultimo periodo Doha sembra essere disposta ad assumere posizioni più modulate a difesa della Fratellanza Musulmana a patto che il dialogo con l’Egitto possa essere proficuo per portare avanti altri interessi rilevanti. Ciò non vuol dire che il Qatar stia venendo meno alla causa islamista, ma che senza dubbio vi sia una maggiore volontà di compromesso rispetto all’alleato turco. Al contempo le misure di riconciliazione tra Il Cairo e Doha sono un piccolo dettaglio nel quadro più ampio degli sforzi del quartetto arabo per allontanare il Qatar dalle orbite turche e iraniane.

In questo contesto, il riavvicinamento tra Egitto e Qatar non sarà privo di ripercussioni nei vari teatri di confronto regionali. Senza dubbio, la significativa presenza dell’Emirato del Golfo in Africa (mediterranea e orientale), così come nelle principali aree di crisi del Grande Medio Oriente rappresenta un fattore di interesse che Il Cairo non può non considerare e del quale può sfruttare il diverso cambio di rotta come mostrato anche di recente nella crisi istituzionale e politica tunisina (luglio 2021). Secondo diverse ricostruzioni dei media qatarini, Doha avrebbe richiamato le parti ad un maggiore atto di responsabilità e sponsorizzerebbe una posizione di mediazione tra il Capo dello Stato tunisino Kais Saied e le forze politiche del suo Paese, tra cui Ennahda, vicina alle istanze dell’Islam politico. In questo senso, seppur con le dovute differenze di approccio e vedute, la posizione qatarina si muoverebbe sulla falsariga della richiesta di dialogo espressa anche dal Presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi – sebbene quest’ultimo abbia tenuto a qualificare come legittima l’iniziativa di Saied. Una posizione di velata sintonia che segue quanto avvenuto pochi mesi orsono durante l’ultima crisi di Gaza (maggio 2021), nella quale Egitto e Qatar hanno fatto valere il loro peso specifico e buoni uffici nei confronti di Hamas e Israele per bloccare l’escalation militare allora in corso.

Sebbene sia prematuro parlare di allineamento tra i due Paesi, così come di un superamento delle linee di faglia esistenti sul piano politico e ideologico nella faida inter-araba, è innegabile che Egitto e Qatar stiano seguendo una fase condivisa di riavvicinamento a tappe, che comunque procede in maniera cauta all’interno di un percorso più ampio di distensione regionale. Un passaggio fondamentale dal quale entrambi potrebbero trarre un mutuo vantaggio. Se nell’ottica qatarina un riavvicinamento con l’Egitto potrebbe essere funzionale per non modificare/abbandonare le proprie ambizioni di influenza su scala regionale, per Il Cairo, invece, i vantaggi sarebbero decisamente più netti soprattutto nel suo piano domestico, in termini economici (ripresa dei flussi finanziari, dell’interscambio commerciale e degli investimenti diretti qatarini nel Paese nordafricano) e di assestamento dei fattori di rischio interni (specie se il Qatar dovesse mantenere un approccio più distaccato rispetto alle istanze della Fratellanza Musulmana locale e delle altre forze islamiste anti-regime). Al contempo, una distensione nei rapporti con il Qatar potrebbe garantire all’Egitto una minore conflittualità e una qualche leva di pressione diplomatica in tutte le aree regionali di mutuo interesse in cui anche Doha è presente (Libia, Sudan, questione nilota, Striscia di Gaza), con ripercussioni positive in termini di minore dipendenza egiziana (politica e finanziaria) da Arabia Saudita ed EAU.

Di conseguenza, una maggiore cooperazione/distensione nei rapporti tra Egitto e Qatar potrebbe avere dei riflessi molteplici anche e soprattutto in termini di ripercussioni (positive) per la stabilità (trans-)regionale, in quanto il peso degli interessi comuni potrebbe essere giudicato sufficiente a spingere entrambi gli attori verso un superamento (almeno tattico) delle tensioni latenti.

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