Al via le esercitazioni militari cinesi nei pressi di Taiwan
Nella giornata del 4 agosto hanno preso ufficialmente il via le esercitazioni militari condotte dalle forze armate della Repubblica Popolare Cinese (People’s Liberation Army – PLA) nei pressi dell’isola di Taiwan. Tali esercitazioni militari, che secondo quanto annunciato dalle autorità cinesi dovrebbero terminare lunedì 8 agosto, costituiscono una riposta da parte di Pechino alla visita compiuta dalla Speaker della Camera dei Rappresentanti, Nancy Pelosi, a Taipei, avvenuta tra il 2 e il 3 agosto.
Nello specifico, nel corso delle ultime ore, numerosi assetti cinesi sono stati mobilitati e risultano attivamente coinvolti nelle manovre militari. Nella giornata del 4 agosto, Pechino ha lanciato almeno 11 missili balistici a corto raggio DF-15B nelle acque al largo dell’isola di Taiwan. I vettori, lanciati da almeno tre differenti siti collocati nei pressi della costa cinese, sono caduti in diverse aree di mare prospicienti l’isola. In particolare, secondo quanto riferito dal Ministero della Difesa giapponese, 5 missili sarebbero caduti nelle acque della Zona Economica Esclusiva (ZEE) giapponese, mentre quattro vettori avrebbero sorvolato l’isola di Taiwan prima di cadere nelle acque al largo della costa orientale dell’isola stessa. Inoltre, si segnalano numerose incursioni da parte di velivoli dell’aviazione cinese nell’ADIZ (Air Defence Identification Zone – Zona di Identificazione Aerea) taiwanese. Alcuni aeromobili cinesi hanno inoltre oltrepassato la linea mediana che divide in due lo stretto di Taiwan, linea che traccia un “confine marittimo informale” tra la Cina continentale e l’isola e il cui attraversamento costituisce un ulteriore messaggio da parte di Pechino. In aggiunta, numerosi razzi da 370 mm sono stati lanciati da sistemi tipo MLRS (Multiple Launch Rocket System) PCL 191 dall’isola di Pingtan, anch’essi diretti verso le acque dello stretto di Taiwan. Tali razzi hanno percorso poche decine di chilometri, ma sono in realtà in grado di colpire obiettivi sull’isola di Taiwan, in virtù del loro raggio operativo estremamente elevato. Infine, si segnala la partecipazione alle esercitazioni militari di numerose unità navali cinesi, schierate in diversi punti attorno all’isola.
Nel complesso, le esercitazioni militari cinesi in corso si caratterizzano senza dubbio per la portata estremamente ampia e il livello di intensità particolarmente elevato, probabilmente mai raggiunto in tempi recenti. Infatti, è la prima volta che missili balistici cinesi attraversano lo spazio aereo di Taiwan, ed è la prima volta che vettori di tale tipologia cadono in una porzione di mare appartenente alla ZEE giapponese. La riposta muscolare di Pechino alla visita di Nancy Pelosi non sorprende, dal momento che le autorità cinesi avevano preannunciato a più riprese che avrebbero effettuato manovre militari particolarmente importanti nell’area.
La tensione nella regione ha raggiunto dunque livelli estremamente elevati. Le esercitazioni del PLA potrebbero in realtà proseguire oltre il termine ufficialmente fissato, e potrebbero mantenere, se non alzare ulteriormente, l’attuale livello di intensità. In tale contesto, il rischio di un incidente tra assetti militari di Pechino e di Taipei non può essere escluso. Al momento le forze armate di Taiwan sono in stato di massima allerta, ma non hanno effettuato né annunciato manovre militari. Non si può escludere, tuttavia, che nel corso dei prossimi giorni Taipei non decida a sua volta di condurre esercitazioni militari nell’area, in risposta a quelle cinesi. Inoltre, non bisogna dimenticare che Washington ha rafforzato il proprio dispositivo militare nella regione, di cui fa parte anche la portaerei Ronald Reagan, al fine di monitorare attentamente le attività militari condotte da Pechino.
Nel corso dei prossimi giorni si potrebbe assistere dunque a nuove incursioni aeree da parte dei velivoli cinesi, a nuovi lanci missilistici (con la possibilità, ad esempio, che vengano testati differenti vettori), ad ulteriori manovre navali e financo ad esercitazioni anfibie. Nel complesso, vi è la concreta possibilità che gli eventi attuali si traducano in quarta crisi dello stretto, e che la tensione tra Pechino e Taipei rimanga particolarmente elevata per diverso tempo, col rischio che eventuali incidenti possano portare ad un’ulteriore escalation della crisi.