Orlando, ecco come ha agito Omar Mateen

Orlando, ecco come ha agito Omar Mateen

06.12.2016

Andrea Margelletti, presidente del Centro Studi Internazionali: “Di certo Omar Mateen, l’autore della strage di Orlando, non ha avuto necessità di un addestramento militare"

“Di certo Omar Mateen, l’autore della strage di Orlando, non ha avuto necessità di un addestramento militare.

Ed era legalmente in possesso del fucile che ha poi usato in quel locale”. Non ha dubbi Andrea Margelletti, presidente del Centro Studi Internazionali, accademico ed esperto di strategie militari, nonché di armi.

Perché Mateen non ha avuto bisogno di preparazione militare, perché forse era già stato addestrato da qualcuno?

“Assolutamente no. L’arma usata per compiere la strage è il fucile d’assalto AR-16 Bushmaster, la versione civile dell’M-16, l’arma in dotazione praticamente a tutte le forze militari del mondo”.

Questo cosa significa?

“Si tratta di un’arma molto venduta negli Stati Uniti, dove si possono possedere liberamente armi da fuoco. In più Mateen era una guardia giurata. Lo stragista di Orlando ha avuto un paio d’ore dal suo ingresso in quel locale per portare a termine il suo disegno di morte. E per cambiare caricatore, se come credo si è esercitato in un poligono, ci vogliono al massimo un paio di secondi”.

Spesso ci si domanda come possa un solo uomo avere ragione di un gruppo di un centinaio di persone…

“Quelle persone, come i ragazzi del Bataclan a Parigi, erano lì per divertirsi, quindi inermi, non certo preparate psicologicamente a una situazione di combattimento armi in pugno. E non dimentichiamo in primis l’effetto sorpresa, dato dal vedere in un locale da ballo uno che spara a bruciapelo con un fucile d’assalto e poi l’effetto terrore, che paralizza qualsiasi reazione possibile. I più reattivi al massimo scappano o cercano riparo, non vanno certo all’assalto della persona armata”.

Il fucile AR-16 Bushmaster è un’arma che può sparare sia il colpo singolo che la raffica. Come può essere stato usato da Mateen?

“Lo stragista è entrato nel locale alle due del mattino, il posto era pieno di gente. Molto probabilmente ha sparato a raffica, con un movimento “a ventaglio” come si dice. Non escluderei che il terrorista abbia infierito sui feriti a terra con il colpo di grazia. Se si pensa alle modalità di esecuzione della strage, soprattutto al tempo di durata dell’azione, è un miracolo che le vittime non siano state anche più di 50”.

Alcune schede tecniche riferiscono di un caricatore da 100 colpi. È corretto?

“In realtà un caricatore del genere esiste, ma in pratica non viene mai usato, perché molto facile a incepparsi. Il caricatore standard dell’AR-16 spara 30 colpi calibro 223 Remington, proiettili quasi uguali al calibro militare 5,56 millimetri, utilizzato per l’M-16. Quindi con quattro caricatori si possono sparare 120 colpi”.

Mateen era già stato interrogato due volte dall’FBI, il padre era un predicatore islamico. In Italia un segnalato di pubblica sicurezza potrebbe compiere una strage simile?

“Intanto in Italia alcune armi possono essere possedute solo con il porto d’armi. Ma non credo che terroristi e criminali si pongano il problema di possederne uno. Quanto alle segnalazioni di pubblica sicurezza facciamo attenzione. Se lei, ad esempio, durante una cena tra amici esalta l’Isis e i suoi metodi di uccisione non commette alcun reato, pur esprimendo un’opinione abominevole. Se qualcuno la sente e riferisce le sue parole, che so io, alla Digos, gli inquirenti fanno qualche indagine su di lei, ma la cosa finisce lì. La democrazia non persegue reati d’opinione. Forse per questo, come diceva Churchill, è il meno imperfetto tra tutti i regimi politici”.

Fonte: Il Giornale