UCRAINA ANNO I
Il 24 febbraio 2022, il giorno in cui la Russia ha lanciato la cosiddetta “Operazione Militare Speciale”, vale a dire l’invasione su larga scala dell’Ucraina, la politica internazionale è entrata nella fase del confronto violento tra i sostenitori dello status quo globale, orbitante attorno all’egemonia degli Stati Uniti nel contesto del blocco euro-atlantico, e i sostenitori di un multilateralismo elitario (una sorta di “Concerto Globale” sul modello del Concerto Europeo del XIX secolo) che mirano a modificare gli equilibri attuali. Nella cornice di questo confronto strategico, che vede Europa e Stati Uniti da una parte e Cina, Russia, India e potenze emergenti dall’altra, l’Ucraina è, al contempo, teatro delle operazioni militari, ago della bilancia politica e simbolo della collisione tra democrazie e autoritarismi.
La resistenza ucraina, permessa dalla ferrea volontà dei suoi cittadini di vivere in un Paese libero, democratico, europeista ed atlantista e sostenuta politicamente e militarmente (in maniera vitale) da Washinton e dalle Cancellerie europee, ha sinora contrastato efficacemente l’aggressione russa, costringendo il Cremlino a una pericolosa presa di coscienza dei propri limiti strutturali. Tuttavia, pur con difficoltà, la macchina statale russa si è dimostrata resiliente e pronta, sinora, a sopportare gli altissimi costi dell’aggressione.
Dopo un anno di combattimenti, il dialogo politico tra Mosca, Kiev e l’Occidente è praticamente assente e l’esito del conflitto è ancora affidato alle dinamiche del campo di battaglia e al confronto tra sistemi militari, economici e diplomatici dei contendenti. L’esito della battaglia di Ucraina, che è una battaglia per il futuro del mondo, è ancora quanto mai incerto, nonostante le dichiarazioni e gli sforzi di tutte le parte coinvolte.
In questo lavoro, il CeSI ha provato a tracciare un bilancio del primo anno di guerra attraverso la sintetizzazione delle lezioni apprese, l’individuazione delle variabili fondamentali che tracceranno l’evoluzione del conflitto e l’elaborazione di possibili scenari futuri. Tale sforzo analitico è stato organizzato soffermandosi su precisi quadranti geografici e politici, quali l’Europa, gli Stati Uniti, la Russia, l’Asia e il Medio Oriente, e su specifiche aree tematiche, quali gli affari militari e di sicurezza e la geoeconomia.
Al di là del rigore metodologico e del rispetto della deontologia professionale, l’obiettivo del lavoro non è soltanto offrire un quadro analitico quanto più oggettivo, freddo e razionale possibile, ma altresì cercare di approcciare con distacco un tema socialmente e politicamente polarizzante come quello della guerra in Ucraina. In un momento in cui le società europee sono tese, frammentate e spaventate dalla possibile internazionalizzazione della guerra e dalla ferocia dei suoi impatti economici, appare doveroso trattare l’argomento con la massima lucidità, mettendo da parte “i desideri” e concentrandosi sui “fattori” e sulle “variabili” e distinguendo quello che potrebbe accadere e come potrebbe accadere da quello che si vorrebbe accadesse.