L'attacco di Nairobi e l'evoluzione di al-Shabaab
Il 21 settembre un commando di circa 15 miliziani appartenenti ad al-Shabaab (Harakat al-Shabaab al-Mujahideen, Movimento dei Giovani Combattenti), gruppo terrorista somalo affiliato ad al-Qaeda, ha attaccato il Westgate Mall di Nairobi, principale centro commerciale della capitale keniota, abitualmente frequentato da cittadini stranieri. Secondo i dati forniti dalla presidenza keniota, il bilancio dell’attentato è di 62 morti e oltre 180 feriti, di cui molte decine in pericolo di vita. Tra le vittime si annoverano 3 inglesi, 2 francesi, il diplomatico canadese Annemarie Desloges, 2 indiani, il famoso poeta ghanese Kofi Awoonor e Mbugua Mwangi, nipote del Presidente keniota Uhuru Kenyatta. Tuttavia, il numero delle vittime è passibile di cambiamenti a causa dell’incendio e del collasso di due piani del centro commerciale che, presumibilmente, potrebbero aver intrappolato altri civili.
Dopo l’assalto iniziale, il commando di al-Shabaab, si è asserragliato nelle gioiellerie, nelle banche e nel casinò del centro commerciale, per sfruttarne le misure di sicurezza (vetri anti-proiettile), e ha preso in ostaggio alcune decine di persone, tra le quali cittadini occidentali, costringendole ad indossare cinture esplosive e minacciando di ucciderle in caso di azioni ostili da parte delle forze di sicurezza di Nairobi. La polizia, le forze di pubblica sicurezza e i servizi di intelligence kenioti sono apparsi generalmente impreparati all’evento, nonostante nelle ultime settimane fossero circolate voci su imminenti azioni da parte di gruppi terroristici. Tale fuga di notizie era avvenuta, in particolare, nel distretto Eastleigh di Nairobi, chiamato “Little Mogadiscio” per la fortissima presenza di immigrati somali e avamposto keniota di al-Shabaab e dei gruppi ad esso legati. Per supportare l’esercito keniota, i governi britannico e israeliano hanno inizialmente messo a disposizione i consiglieri militari presenti a Nairobi e successivamente hanno disposto l’invio di due squadroni di Forze Speciali, rispettivamente appartenenti al SAS SP (Special Air Service-Special Project) e al Sayeret Matkal. Entrambi gli squadroni sono specializzati in operazioni contro-terrorismo e liberazione ostaggi. L’operazione di bonifica del centro commerciale e di neutralizzazione dei terroristi è durata oltre tre giorni. La gravità dell’attacco, sia per durata che per numero di vittime, rappresenta uno degli episodi più violenti e tragici della storia del Kenya.