Italia-Algeria: una visita per rafforzare la partnership
Nel corso della visita di Stato in Italia effettuata il 26 e il 27 maggio dal Presidente della Repubblica Democratica Popolare di Algeria, Abdelmadjid Tebboune, è stato firmato un importante memorandum in materia energetica tra il Presidente di Sonatrach, Toufik Hakkar, e l’Amministratore Delegato di ENI, Claudio Descalzi. L’accordo prevede un’accelerazione dello sviluppo di campi a gas in Algeria per una produzione di gas attesa pari a circa 3 miliardi di metri cubi l’anno. Questa intesa contribuirà, nelle intenzioni dei rispettivi governi, ad aumentare le capacità di export dell’Algeria verso l’Italia attraverso il gasdotto Transmed. Il Memorandum prevede inoltre la valutazione tecnica ed economica di un progetto pilota di idrogeno verde che ha l’obiettivo di contribuire alla decarbonizzazione dell’impianto a Bir Rebaa North (BRN).
Questo accordo si inserisce coerentemente nella strategia del governo italiano di diversificazione delle fonti energetiche finalizzata a ridurre l’indipendenza dal gas russo e, in un’ottica di più lungo periodo, a rafforzare il processo di decarbonizzazione. Il memorandum con l’Algeria, per quanto significativo, non è tuttavia scevro di una serie di incognite. Innanzitutto, si stima che le riserve algerine di gas potrebbero essere attive per un periodo limitato – circa 50 anni –, un dato che deve essere interpretato alla luce della crescente domanda globale e domestica. Inoltre, la maggiore disponibilità algerina verso l’Italia è da leggere anche nel quadro del raffreddamento delle relazioni tra Algeria e Spagna. Infatti, in risposta alla posizione di Madrid sulla questione del Sahara Occidentale valutata come troppo conciliante con il Marocco, l’Algeria ha sospeso le forniture di gas alla Spagna lungo il gasdotto Maghreb-Europa (MEG) – che passa sul territorio marocchino – ed ha altresì minacciato il Paese europeo di interrompere definitivamente tutte le forniture qualora una parte del gas erogato dovesse essere rivenduto a Rabat. Se sulla questione del Sahara Occidentale l’Italia non ha assunto una posizione definitiva, così da poter muoversi con più fluidità della Spagna nelle relazioni con Marocco ed Algeria, anche la relazione tra Roma ed Algeri non è priva di asperità. L’ambito di scontro è quello relativo ai confini delle rispettive Zone Economiche Esclusive (ZEE). Infatti, l’Algeria ha provveduto ad istituire una propria ZEE con decreto presidenziale del 20 marzo 2018, senza un preliminare accordo con gli Stati frontisti e confinanti, creando un’area sovrapposta alla zona di protezione ecologica istituita dall’Italia nel 2011 e con l’analoga ZEE istituita dalla Spagna nel 2013. A seguito della contestazione italiana, l’Algeria si è detta disponibile, con nota verbale del 20 giugno 2019, ad agire in comune accordo con Roma allo scopo di giungere ad una soluzione equa mutualmente accettabile sui limiti esterni della ZEE dell’Algeria e dello spazio marittimo dell’Italia, senza che però ad oggi si sia arrivato ad un accordo tra le parti.
Il memorandum appena firmato, che rappresenta un importante tassello per il rafforzamento della partnership energetica tra l’Italia e l’Algeria, deve essere interpretato alla luce del contesto regionale e della non semplice relazione bilaterale, degli elementi di criticità di cui si deve necessariamente tenere conto nella valutazione della politica energetica italiana verso l’Algeria.