La Difesa Civile e la risposta alla minaccia NBCR del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco
Europa

La Difesa Civile e la risposta alla minaccia NBCR del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco

Di Ruggero Balletta
01.12.2016

Il termine Difesa Civile, si ritiene in genere sinonimo di protezione civile. In realtà, la Difesa Civile è a tutti gli effetti parte integrante della Difesa italiana, dato che concorre, unitamente con la Difesa Militare, alla Difesa Nazionale attraverso la cooperazione civile-militare (COCIM).
Già dagli Anni ’60, con l’inizio dell’uso civile dell’energia atomica, la normativa italiana (Legge n. 469 del 13 maggio 1961) prevedeva la creazione di squadre di Vigili del Fuoco (VV.F.) altamente addestrate per rispondere ad eventuali emergenze nucleari di natura civile. Nacque così il primo nucleo di “radiometristi” che si evolverà poi nei moderni nuclei chimici, batteriologici e radiologici, e venne creato il Laboratorio di Difesa Atomica, tutt’ora attivo, deputato alla risoluzione di tutte le problematiche connesse al rischio radioattivo. In seguito all’evoluzione normativa e degli scenari di riferimento, ad oggi la Difesa Civile si occupa di assicurare la continuità dell’azione di governo, garantendo la protezione della capacità economica, produttiva, strategica e logistica del Paese e, contemporaneamente, di ridurre l’impatto degli eventi di crisi sulla popolazione civile. Il Piano Nazionale della Difesa Civile, attraverso l’art. 14 del Decreto Legislativo n. 300/99, assegna la competenza in materia al Ministero dell’Interno e alle prefetture, che sono chiamate ad esercitarla attraverso la rete territoriale del Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile. La successiva evoluzione normativa ha sempre confermato il ruolo fondamentale dei Vigili del Fuoco nel settore nucleare, come disposto dal DL 8 marzo 2006 n. 139 in tema di riorganizzazione del Corpo Nazionale dei VV.F. che evidenzia la competenza del Corpo nel contrasto dei rischi derivanti dall’impiego dell’energia nucleare e dall’uso di sostanze batteriologiche, chimiche e radiologiche.

Dopo gli attenti a New York dell’11 settembre 2001, la dimensione internazionale della minaccia terroristica e la moltiplicazione delle ipotesi di rischio ha indotto il Ministero dell’Interno a elaborare nuove strategie di prevenzione e pianificazione, particolarmente rivolte alla gestione di scenari complessi. Con il Decreto del Ministero dell’Interno del 28 settembre 2001 è stata costituita la Commissione Interministeriale Tecnica della Difesa Civile (CITDC), già prevista dal Manuale Nazionale per la gestione delle crisi del 1994, con il compito di coordinare le attività di difesa civile. Tale organo viene presieduto dal Capo Dipartimento dei VV.F. del soccorso pubblico e della Difesa Civile, o da un suo delegato, ed è composta dai rappresentati di tutte le Amministrazione Pubbliche ed Enti titolari di funzioni di interesse pubblico. Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco è individuato come entità chiamata a garantire il soccorso specializzato negli scenari di emergenza terroristica, attraverso nuclei e squadre appositamente addestrate per gestire attacchi di tipo nucleare, batteriologico, chimico e radioattivo (NBCR). I Nuclei NBCR sono ripartiti in tre categorie: Nuclei NBCR a livello provinciale (55); Nuclei NBCR Regionali Ordinari (9); Nuclei NBCR Regionali Avanzati (10). I primi sono distaccati presso determinati Comandi Provinciali, i Nuclei Ordinari presso alcuni Comandi Regionali, mentre i Nuclei Regionali Avanzati si trovano presso i Comandi collocati in aree a rischio elevato. Con aree a rischio elevato si intendono le aree dove sono presenti siti industriali che operano con sostanze ad altissimo rischio contaminante, ad esempio raffinerie di greggio, impianti petrolchimici o acciaierie. I Nuclei NBCR entrano in azione anche in caso di incidenti di natura convenzionale, come il ribaltamento di autocisterne che trasportano idrocarburi o sostanze pericolose, guasti ad oleodotti o incidenti con sostanze chimiche in piccole o medie aziende.

Una delle peculiarità dell’organizzazione NBCR italiana è quella di essere “dual use”. Infatti il dispositivo di sicurezza prevede che si utilizzino, nei limiti del possibile, gli stessi strumenti, procedure e mezzi sia per la risposta ad emergenze convenzionali che per quella, cosiddetta, non convenzionale, legata ad atti ostili o al rischio derivante da un incidente in presenza di sostanze pericolose di origine chimica, biologica o radiologica. Ovviamente il rischio in campo non convenzionale sarà più attentamente valutato nelle aree del territorio ritenute maggiormente sensibili e all’interno o in prossimità di luoghi classificati come possibile obiettivo di una azione offensiva, come ad esempio luoghi con grande affluenza di pubblico, sorgenti o serbatoi d’acqua e ospedali.

Nell’ambito dell’addestramento del personale, per garantire l’omogeneità della risposta, delle dotazioni e delle competenze a livello nazionale, l’organizzazione dei nuclei NBCR, è stata normata da una circolare interna del Dipartimento dei VV.F., in particolare quella attualmente vigente è la n° 6 del 22 maggio 2002. La circolare prevede iniziative di formazione specifica destinate ai Funzionari e al personale operativo di tutti i Comandi e una nuova organizzazione del livello di competenze che ciascun operatore dovrà mantenere durante il servizio. Inoltre viene previsto l’addestramento degli operatori all’utilizzo di specifici dispositivi di protezione individuale (DPI) per la protezione delle vie respiratorie e del corpo, materiali per il confinamento e la stabilizzazione delle minacce NBCR nonché attrezzature e materiali atti alla decontaminazione e alla protezione sanitaria. Mentre nell’incendio convenzionale la complessità dell’evento viene fronteggiata aumentando il numero di squadre ad uguale livello di competenza, il rischio NBCR viene affrontato con l’introduzione di più livelli di competenza, aumentando le capacità operative degli operatori sul campo in relazione alla complessità dell’intervento. La circolare n° 6 del 2002 prevede quattro livelli di intervento (0-1-2-3) in relazione alla competenza degli operatori coinvolti:

Livello 0 – prevede conoscenza di base del rischio NBCR da parte dell’operatore, la capacità di classificare le sostanze pericolose e l’impiego dei relativi DPI combinata con quella di attuazione della procedura di base per l’isolamento delle zone colpite, compresa anti-contaminazione e decontaminazione a fine intervento. Si prevede la presenza fissa di almeno 5 operatori con tali capacità per ogni Comando Territoriale e potenzialmente ogni singolo operatore dei VV.F. deve conseguire tale livello di addestramento.
Livello 1 – questo livello di addestramento è focalizzato sulla capacità di analizzare l’incidente NBCR, valutarne la severità e le possibili evoluzioni in relazione alle sostanze coinvolte e alle condizioni ambientali. Gli operatori di livello 1 devono saper valutare l’idoneità dei DPI presenti sul mezzo di intervento in relazione al pericolo affrontato, ed eventualmente richiedere l’intervento di squadre più attrezzate attraverso la Sala Operativa. Tutti i Capi Squadra devono obbligatoriamente conseguire il livello 1 di addestramento NBCR e almeno un operatore di livello 1 deve essere presente sul luogo di ogni intervento.
Livello 2 – si tratta di un addestramento più approfondito nella gestione e nella valutazione del rischio NBCR in particolare riguardo i rilasci di sostanze o emissioni pericolose. L’operatore di livello 2 sarà in grado di confrontarsi anche con sostanze di tipo sconosciuto, esprimendo al riguardo un giudizio di pericolosità con riferimento alle soglie di danno. Dovrà inoltre essere in grado di approntare piani operativi completi per scenari di modesta e media complessità oppure pianificare e attuare una risposta iniziale in attesa dell’intervento risolutivo. L’operatore di livello 2 corrisponde alla figura dell’Esperto Provinciale, dislocato in numero superiore a 1 per ogni Comando Provinciale.
Livello 3 – Nucleo specialistico regionale, rappresenta la massima capacità operativa e consente di esplicare tutte le funzioni di responsabilità e di decisione in ordine alla gestione dell’incidente e del sito. Pertanto l’operatore di livello 3 sarà in grado di analizzare un incidente di tipo complesso e di approntare un piano operativo risolutivo anche in collaborazione con altri Enti ed Autorità e con esperti di specifici settori. Pianificherà le operazioni di contrasto (offensive e/o difensive) stabilite come percorribili, impiegando attrezzature e competenze superiori a quelle dei livelli 1 e 2. Inoltre concluderà l’intervento con il trasferimento delle funzioni di controllo e la realizzazione di un debriefing dell’incidente con stesura della relazione e la raccolta della documentazione necessaria.

Il tipico intervento delle squadre NBCR si inquadra all’interno di alcuni scenari preimpostati, al fine di gestire al meglio il tipo di emergenza da affrontare. Il Dipartimento ha individuato tre scenari di riferimento in relazione al rischio e alle modalità di intervento delle squadre NBCR: recupero di materiale a rischio NBCR senza pericolo di dispersione; recupero di materiale a rischio in seguito ad una dispersione in area limitata e recupero del materiale NBCR a seguito di contaminazione ambientale. Il tutto va valutato anche in concomitanza del rischio di incendio, esplosione e volatilità del materiale coinvolto. Nell’ambito della capacità “dual use” degli NBCR italiani va ricompresa anche l’organizzazione durante gli interventi operativi. Nella modularità operativa standard ciascuna squadra che arriva sul luogo dell’incidente ha le capacità di isolare la zona e mettersi a disposizione dei nuclei più avanzati che eventualmente vengono chiamati a gestire l’emergenza. Ciascun Nucleo NBCR potrà essere supportato da una o più Squadre Base, da uno o più Nuclei Provinciali o Regionali, il tutto in relazione con l’estensione e la complessità dell’evento da fronteggiare.

I punti di forza dei nuclei NBCR dei VV.F. si concentrano in due macro aree principali: l’organizzazione territoriale e la dotazione qualificata delle squadre operative.
Dal punto di vista dell’organizzazione territoriale, la decisione di affidare la risposta alla minaccia NBCR ai VV.F. ha consentito di sfruttare la loro presenza capillare sul territorio e allo stesso tempo ha reso possibile la creazione di una dotazione meccanica, tecnica e addestrativa che ha pochi eguali a livello europeo. Data la presenza dei comandi strategici posti sull’asse verticale del territorio italiano, i VV.F. si sono garantiti la possibilità di movimentare i mezzi più ingombranti e sofisticati, ingestibili a livello capillare, con una rapidità e una efficienza riconosciute a livello internazionale. Il più sofisticato e innovativo di questi mezzi è il sistema SIGIS (Scanning Infrared Gas Imaging System) di rilevamento a distanza di sostanze chimiche. Questo scanner in dotazione al Comando di Roma è in grado di rilevare sostanze chimiche pericolose nel raggio di 5km dal suo posizionamento. La sua capacità di riconoscere oltre 60 composti con risposta immediata e oltre 400 con risposta differita, consente un’analisi chiara del tipo minaccia che le squadre NBCR dovranno affrontare, consentendogli di recarsi sul luogo dell’incidente con un vantaggio operativo notevole. L’acquisizione di questo particolare scanner risale al G8 dell’Aquila del 2009 e in seguito è stato utilizzato in numerosi scenari di sicurezza pubblica, come le udienze papali del mercoledì a Roma o le visite dei Capi di Stato. La flessibilità operativa di questo apparecchio è potenziata dalla capacità di spostarlo con relativa facilità grazie alla possibilità di autotrasportarlo nel luogo dove si svolge l’evento da monitorare.

In prospettiva futura il Corpo Nazionale dei VV.F. prevede di aggiornare nel corso del biennio 2016-2017 le dotazioni dei DPI e dei mezzi di decontaminazione in dotazione ai nuclei NBCR, dato che le procedure di intervento previste in precedenza restano ancora valide e all’avanguardia. L’acquisizione di alcuni finanziamenti europei consentirà la copertura delle spese previste per l’acquisto di altri due sistemi SIGIS di nuova generazione. Questi mezzi, denominati SIGIS 2, oltre a essere potenziati nella loro capacità di rilevazione delle minacce chimiche, possono essere facilmente elitrasportati grazie alla riduzione del peso e degli ingombri rispetto alla generazione precedente. In questa ottica si prevede l’acquisizione di altri scanner chimico-batteriologici meno potenti, ma più mobili, da lasciare in dotazione ad ogni comando provinciale, facendo così affidamento sullo spostamento dei SIGIS esclusivamente per gli eventi di portata maggiore. L’acquisizione di questa nuova strumentazione, in concomitanza con l’assorbimento di alcuni velivoli precedentemente in dotazione al Corpo Forestale dello Stato, determinerà uno sviluppo in senso aviotrasportato della capacità di risposta dei nuclei NBCR. Infatti, l’acquisizione degli elicotteri prima in dotazione al Corpo Forestale garantirà ai VV.F. la capacità di spostare per via aerea la strumentazione più avanzata in dotazione ai Comandi Regionali senza dover ricorrere alla colonna mobile su gomma, notevolmente più lenta e, in caso di interruzione delle reti viarie, a rischio paralisi. Ciò consentirà ai VV.F. di portare i mezzi speciali in dotazione ai soli Comandi Regionali sui luoghi di intervento con una notevole riduzione dei tempi di trasferimento, determinando, di conseguenza, una risposta più pronta e rapida in caso di emergenza.

Da quanto fin qui esposto, la Difesa Civile sta attraversando una fase di necessario potenziamento tecnologico e strutturale in termini di capacità di proiezione territoriale per venire incontro alle nuove necessità operative. Se infatti, l’addestramento del personale è già considerato ai vertici a livello europeo, l’acquisizione delle capacità elicotteristiche e dei nuovi scanner permetterà ai Vigili del Fuoco di estendere l’ombrello NBCR incrementando le capacità di risposta, tanto in caso di minaccia terroristica ai danni di infrastrutture critiche, quanto in caso di incidenti industriali che possano mettere a repentaglio la sicurezza ambientale e la salute pubblica.

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