Etiopia, l’esercito conquista Mekelle
Africa

Etiopia, l’esercito conquista Mekelle

Di Sara Gianesello
30.11.2020

Lo scorso 29 novembre, le Forze Armate etiopi hanno preso il controllo di Mekelle, la capitale dello Stato federale del Tigrè, completando ufficialmente l’operazione militare iniziata il 4 novembre. Gli scontri tra esercito e milizie tigrine hanno causato centinaia di morti e migliaia di sfollati, anche se i dettagli dell’operazione restano oscuri a causa della bolla informativa imposta dal governo nella regione.

L’offensiva delle forze governative ha fatto seguito all’ultimatum di 72 ore imposto dal Primo Ministro Abiy Ahmed, il quale aveva dato la possibilità al FLPT (Fronte di Liberazione del Popolo Tigrino), il partito di governo del Tigrè, di evitare lo scontro armato a Mekelle in cambio della resa. Tuttavia, il FLPT aveva rifiutato l’ultimatum, insistendo invece nel coinvolgere la Comunità Internazionale, in particolare l’Unione Africana, affinché questa mediasse tra le parti e indagasse su possibili crimini di guerra effettuati dal governo federale.

Tuttavia, Abiy Ahmed ha impedito alla delegazione dell’Unione Africana, composta dagli ex Presidenti del Mozambico Joaquim Chissano, della Liberia Ellen Johnson Sirleaf, e del Sudafrica Kgalema Motlanthe, con la quale ha avuto dei colloqui lo scorso 27 novembre, di tenere un incontro anche i delegati del FLPT.

Anche se le Forze etiopi hanno preso il controllo di Mekelle, il conflitto potrebbe essere lontano dalla sua risoluzione e, al contrario, potrebbe entrare in una nuova fase critica legata al difficile processo di stabilizzazione del territorio. Infatti, la leadership tigrina gode di un notevole supporto popolare nel Tigrè, anche in virtù del ruolo avuto nella destituzione del regime dittatoriale del Derg nel 1991. In quella occasione, il FLPT ha dimostrato una capacità militare ed organizzativa che gli ha permesso di condurre una lunga campagna di guerriglia anti-governativa. Non è da escludere che, anche in questo caso. Le milizie tigrine decidano di continuare la lotta armata contro Addis Abeba  con simili tattiche asimmetriche.

Inoltre, sulla scia del conflitto tra governo centrale e comunità tigrina, è possibile che anche altre etnie inizino a ribellarsi al Premier Ahmed, costringendo l’esercito etiope a schierarsi su più fronti e destabilizzando ulteriormente il Paese.

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