G7: crescita economica mondiale è priorità, migrazioni sfida globale
Il terrorismo è una delle piaghe ricordate dai leader mondiali. Si tratta di un fenomeno che non si sradica solo attraverso operazioni militari. E’ quanto sottolinea, al microfono di Amedeo Lomonaco il presidente del Centro Studi internazionali Andrea Margelletti:
R. – Il terrorismo è la manifestazione di un disagio in numerose parti del mondo e non lo si può eliminare se non se ne eliminano le cause. Non è una questione tecnica che può essere sconfitta unicamente attraverso l’utilizzo delle forze di polizia o delle forze armate. L’eliminazione del terrorismo potrà avvenire soltanto – fermo restando che ho difficoltà ad immaginare che il terrorismo possa essere sempre e totalmente sconfitto – attraverso una serie di passi che dovranno riportare la politica al centro del dibattito internazionale. Non si deve prevedere soltanto l’utilizzo, a volte anche superficiale, delle forze armate.
D. – Secondo i leader mondiali, tra le priorità per sconfiggere il terrorismo c’è quella di bloccare le fonti di finanziamento. Per questo – si legge tra l’altro nel documento – i riscatti non devono essere pagati …
R. – Oggettivamente, il discorso sui riscatti che si fa da molti anni è straordinariamente ipocrita. Bisogna ricordare che pagano tutti! Ma il vero punto è: l’opinione pubblica che cosa desidera? O l’opinione pubblica dice: non si dialoga con nessuno, e se uno viene rapito lo lasciamo al suo destino e muore, oppure occorre negoziare. Altre vie non ce ne sono. Però bisogna avere il coraggio di dirle, le cose, altrimenti si chiede ai servizi di intelligence di risolvere un problema e, contestualmente, li si maledice per come l’hanno risolto. E questo – onestamente – non è serio.
D. – Un’altra sfida cruciale, secondo i leader mondiali, che richiede una risposta globale è quella dei flussi migratori. Migrazioni che in parte possono essere legate anche al terrorismo? Il terrorismo può sfruttare le migrazioni? Anche qui occorre molta accortezza …
R. – Io credo che il vero problema sia quello della radicalizzazione nei Paesi in cui poi i migranti vanno a vivere, più che mettere il terrorista sul barcone, come alcuni vorrebbero. Ma è difficile pensare che un continente di circa 600 milioni di persone come l’Europa, un continente straordinariamente ricco di risorse umane, culturali, morali ed economiche, abbia difficoltà ad integrare qualche milione di persone. Il vero problema è che noi non abbiamo un’Europa politica, ma tanti Stati riottosi che non vogliono sentire i problemi degli altri.
Fonte: Radio Vaticana