CCIAA, la Sharing Economy è femmina Lalli: 'Cambiare mentalità e metodi'
"In Italia è stato raggiunto un tasso di femminilizzazione imprenditoriale pari al 21,74%, in Puglia si è al 22,95%, in Terra di Bari al 20,99%: dove sette donne su dieci quando decidono di avviare un’impresa lo fanno nel terziario. Un’alta percentuale femminile in settori che possono trovare espressione nella cosiddetta Sharing Economy e che ci ha portato a dedicare la tappa barese alla presenza di genere nell’economia della condivisione, senza che questo però metta a rischio l’economia tradizionale", lo ha detto Monica Onori di Si.Camera.
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Quindi, se c’è un problema che la Sharing Economy non deve porsi è proprio quello di genere.** A fruire dell’economia della condivisione di risorse umane e materiali, che nel 2016 ha fatturato in Italia 13 miliardi di euro, sono soprattutto le donne: il 74% (fonte: Unicusano).
Se ne è parlato alla Camera di Commercio di Bari nell’incontro dal tema: “La presenza di genere nella sharing economy e l’influenza sulla competitività delle Pmi nei mercati internazionali”, in occasione della 9.a tappa del Giro d’Italia delle donne che fanno impresa. L’iniziativa, di Unioncamere nazionale, è stata organizzata a Bari dal Comitato barese per l’Imprenditorialità femminile, in collaborazione con Unioncamere Puglia e Enterprise Europe Network. .
"Un buon punto di partenza - secondo Daniela Eronia, coordinatrice dei Cif pugliesi - per iniziare a fare a livello regionale una programmazione anche di genere sui fondi strutturali, consentendo ai comitati di mettere a disposizione della Regione un importante patrimonio di relazioni".
A fare una panoramica sul cambiamento del contesto economico e sulle opportunità e i rischi della sharing economy, Davide Neve che con la start up Aulab, di cui è responsabile, si occupa di laboratori formativi sugli strumenti per creare le imprese. “Disintermediazione, condivisione e collaborazione” le tre parole d’ordine di un fenomeno galoppante a livello globale.
Airbnb, la piattaforma che consente di alloggiare in case di proprietà altrui, è valutata sui mercati finanziari circa 20 miliardi di euro e attiva in 190 paesi del mondo; Uber, un servizio alterativo a quello dei taxi, è valutata per un valore di 50 miliardi di euro e presente in 60 paesi e in 300 città diverse. “Queste cifre non possono non impattare sull’economia tradizionale che, da una decina d’anni, non vive momenti felicissimi”, ha evidenziato Alessandro Ambrosi, presidente di Unioncamere Puglia. Il problema resta quindi come far interagire questa nuova economia con quella tradizionale “senza che diventi travolgente, come abbiamo già visto nell’industria con l’automazione e nel commercio con la grande distribuzione. Tutto si può fare purché ci siano regole”.
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“E’ un mondo che cambia e che richiede, per forza di cose, un cambiamento di mentalità da parte degli imprenditori del turismo”, ha dichiarato Marina Lalli, vice pres vicario di Federturismo Nazionale.** “Urge uno sforzo culturale e normativo”, ha detto Andrea Margelletti, presidente del Ce.Si-Centro studi internazionali e prof. Scienze della sicurezza all’Università di Perugia.
Il nodo al pettine nella Sharing Economy resta ad oggi il problema fiscale. Ne ha parlato Paola Coppola, docente di diritto tributario all’Università Federico II di Napoli: “L’attuale proposta di legge di regolamentazione del settore, in discussione alla Camera, non incontra il favore degli operatori del settore perché incompleta, inidonea, e sperequativa. Ove mai dovesse andare avanti questo disegno di legge si creerebbero delle disparità di trattamento che non giustificano un’agevolazione a favore solo di alcuni operatori del settore a discapito dell’equità a vantaggio di tutti”.
L’incontro è stato moderato dall’imprenditrice Maria Nunzia Tinelli, componente Cif della CdC di Bari. La prossima tappa del giro di svolgerà nel 2017 a Lecce, come annunciato da Monica Onori di Si.Camera.