XLUUV: L’EVOLUZIONE UNMANNED DELLA COMPETIZIONE SOTTOMARINA
Difesa e Sicurezza

XLUUV: L’EVOLUZIONE UNMANNED DELLA COMPETIZIONE SOTTOMARINA

Di Emmanuele Panero, Andrea Russo e Martina Battaiotto
27.01.2025

Il (quasi) dominio sottomarino rappresenta crescentemente una delle frontiere più dinamiche della competizione strategica multisettoriale e multilivello, spaziante fino agli estremi della conflittualità convenzionale ad alta intensità, che caratterizza lo scenario internazionale contemporaneo. Teatro occultato non solo di sfide trasversali per la supremazia tecnologico-informativa negli abissi, ma soprattutto di una persistente lotta ibrida sulla sicurezza di una sempre più ampia rete di infrastrutture critiche, quali gasdotti, elettrodotti e cavidotti per telecomunicazioni, diramantisi lungo i fondali (CUI – Critical Underwater Infrastructure). La pianificazione e condotta continuativa di impegnative attività di pattugliamento e monitoraggio delle profondità marine, incluso nel bacino del Mediterraneo, con le operazioni Fondali Sicuri della Marina Militare italiana e Calliope della Marine Nationale francese, sottolineano infatti la centralità della dimensione subacquea per la promozione degli interessi e la tutela della sicurezza nazionale ed alleata. In questo contesto, caratterizzato da nuovi requisiti tecnici ed incrementali esigenze operative, il progresso sinergico di robotica ed intelligenza artificiale (AI – Artificial Intelligence) è alla base di una profonda trasformazione capacitiva, imperniata sullo sviluppo, la sperimentazione, l’acquisizione, l’integrazione tattico-operativa e l’impiego di un’ampia gamma di sistemi sottomarini senza equipaggio (UUV – Unmanned Underwater Vehicle).

Sebbene i sottomarini tradizionali, indipendentemente dalle specifiche caratteristiche e dalla tipologia di propulsione, nucleare o convenzionale, continuino a rappresentare il pilastro portante delle flotte subacquee contemporanee, gli UUVs costituiscono un segmento complementare di crescente rilevanza. La rimozione delle implicite limitazioni ingegneristiche generate dall’esigenza di ospitare, proteggere e sostentare gli operatori in un ambiente intrinsecamente ostile sotto i profili fisico, chimico e termico come quello delle profondità marine, dischiude infatti un ampio spettro di innovazioni sia attinenti all’architettura della singola piattaforma, sia all’impiego della stessa. La potenziale riduzione delle dimensioni, combinata con un’accentuata modularità dei carichi ed unita con la possibilità di operare più a lungo in immersione e più in profondità rappresentano infatti rilevanti vantaggi, in grado di mutare sensibilmente il carattere delle operazioni sottomarine lungo l’intero continuum-of-competition ed il loro contributo alla più ampia manovra marittima e multi-dominio in caso di conflitto. L’incrementale attenzione agli UUVs non si riflette inoltre solamente in un confronto tra potenze tecnologicamente avanzate, ma si estende ad includere anche una valorizzazione di piattaforme similari più semplificate quale strumento di lotta asimmetrica. A titolo di esempio, le Forze Armate ucraine, nel contesto della battaglia per il Mar Nero, volta a negare la libertà di movimento della flotta russa, ha affiancato l’efficace uso di battelli di superficie senza equipaggio (USV – Unmanned Surface Vessel) con l’impiego sperimentale sia di una sorta di siluro circuitante, denominato Toloka, sia di un UUV di più grandi dimensioni designato, dall’azienda produttrice AMMO Ukraine, Marichka. L’esplorazione dell’impiego di droni esplosivi subacquei da parte di Hamas e degli Houthi per quanto rappresenti un tentativo di emulazione altamente rudimentale degli UUVs propriamente detti, sottolinea la diffusa percezione, anche presso attori asimmetrici, degli effetti trasformativi apportati dall’introduzione e dall’affinamento di battelli sommergibili senza equipaggio.

Al di là di soluzioni marginali più prossime a siluri manovranti ovvero ad USVs in grado di navigare a pelo d’acqua, lo sviluppo e l’integrazione degli UUVs all’interno delle flotte sottomarine contemporanee si prospetta funzionale all’implementazione di approcci operativi maggiormente distribuiti, fondati su un’architettura di sensori ed effettori mobili, declinando il concetto di Distributed Maritime Operations (DMO) nel più sfidante teatro sotto la superficie. L’implementazione di questo risulta infatti centrale tanto per contrastare l’asimmetria tattica tra esigenze di difesa areale, soprattutto per quanto attiene le CUI, rispetto ad una minaccia puntiforme, quanto per generare dilemmi persistenti, in caso di confronto militare, alle capacità di lotta antisommergibile (ASW – Anti-Submarine Warfare) avversarie. Il (quasi) dominio sottomarino presenta tuttavia rilevanti sfide tecnologiche per l’efficacia operativa degli UUVs, con la scarsa penetrabilità dell’acqua alla quasi totalità delle onde elettromagnetiche a minare alla base l’utilità dei sistemi di comando e controllo generalmente impiegati in tutti gli altri domini. In quest’ottica, il ricorso all’AI risulta ancora più decisivo per abilitare questi sistemi alla condotta di una più ampia serie di attività tecniche e compiti tattici. In particolare, il machine learning è centrale nel calcolo e nel mantenimento della rotta del battello, nella fase di raccolta, elaborazione e condivisione dati da parte della sensoristica di bordo e quale strumento di autodiagnostica e manutenzione tecnica del sistema. L’uso di software volti al riconoscimento automatico di potenziali bersagli subacquei statici (ATR – Automatic Target Recognition), quali ad esempio le mine sottomarine, costituisce poi un valido esempio di come l’AI può abilitare l’assetto a procedere all’assolvimento dei suoi compiti in autonomia senza impulsi da parte dell’operatore.

Alla luce della crescente attenzione e rilevanza del segmento, sia in termini di capacità militari, sia di opportunità industriali di sviluppo, il presente Focus Report intende sistematizzare l’analisi degli UUVs, approfondendone caratteristiche tecniche e potenziali impieghi, nonché mappando dettagliatamente prototipi e modelli attualmente presenti nel mercato della difesa. Partendo da questa base, lo stesso affronta in particolare lo stato dell’arte e le prospettive relative alla specifica categoria degli Extra Large UUVs (XLUUV), delineandone l’impatto evolutivo nella competizione sottomarina.

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