Road to the White House: guida alle nomination presidenziali 2016
Con il 2016 si conclude il secondo mandato quadriennale di Barack Obama che, secondo il XXII emendamento della Costituzione, non può più essere rieletto e dovrà quindi lasciare la Casa Bianca.
Il 14 giugno, col voto dei Democratici nel Distretto della Columbia, invece, si è conclusa la prima parte del lungo iter elettorale, ovvero le primarie cominciate lo scorso 1° febbraio, col quale vengono selezionati i candidati ufficiali di ciascun partito che si contenderanno la carica presidenziale e, sebbene non siano gli unici partiti in America, quello Repubblicano e quello Democratico, sono i due nettamente maggioritari e quindi i veri protagonisti di questa fase che ha presentato più di un imprevisto in entrambi gli schieramenti.
Secondo il sistema statunitense, che è indiretto, tra coloro che si sono proposti e con modalità differenti da Stato a Stato, i cittadini scelgono un candidato, al quale però non viene attribuito direttamente il voto di quello Stato, ma quel voto si converte in un numero di delegati, proporzionale alla popolazione, che, in occasione delle Convention nazionali del rispettivo partito, scelgono il loro nome ufficiale. Ed è così che a Cleveland, in Ohio, i repubblicani hanno incoronato Trump e a Philadelphia, in Pennsylvania, i democratici si apprestano a nominare la Clinton.
Per i Democratici, ai delegati eletti durante le primarie si aggiungono i super-delegati che sono membri di primo piano del partito ed hanno la facoltà di scegliere liberamente il candidato che preferiscono e di renderlo noto solamente durante la Convention. I super-delegati rappresentano il gruppo più influente nella Convention democratica.