Flotta USA nel Golfo Persico: nasce la prima task force senza equipaggio
Il Comando Centrale della US Navy (NAVCENT) ha annunciato il 9 settembre 2021 la creazione di una task force che opererà interamente senza equipaggio. Si tratta della Task Force 59, che verrà schierata a sostegno della V Flotta USA nel Golfo Persico, con base operativa in Bahrain.
Sono già diversi anni che gli Stati Uniti integrano i mezzi senza pilota (unmanned) alle forze tradizionali. Tuttavia, è la prima volta che vede la luce un’intera task force navale senza equipaggio. Nel concreto saranno presenti mezzi afferenti a tre diversi domini: vi saranno contemporaneamente sistemi aerei (UAV), navali (USV) e sottomarini (UUV). Ciò renderà possibile integrare capacità di intelligence, sorveglianza e ricognizione sopra e sotto il mare e, grazie all’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale, ridurre i tempi di analisi dei dati necessari per accelerare i processi di situational awareness e decision-making. Per la US Navy, l’obiettivo di lungo periodo è quello di operare con una flotta ibrida composta da assetti tradizionali e navi senza equipaggio, perfettamente integrabili e in grado di operare in maniera congiunta.
Il progetto TF59 fungerà da test per eventuali altre task force senza equipaggio da schierare in teatri operativi differenti. Da questo punto di vista, la scelta del Medio Oriente come primo teatro operativo in cui schierare e testare una task force navale completamente unmanned può essere letta alla luce delle specificità della regione. Si tratta, infatti, di un’area dalle dimensioni ridotte e dalle distanze sensibilmente inferiori rispetto alle grandi distese oceaniche, che tuttavia presenta dei passaggi fondamentali per le rotte commerciali globali quali il Canale di Suez, lo Stretto di Hormuz e quello di Bab el-Mandeb. Per Washington garantire la sicurezza delle vie di comunicazione marittime del Medio Oriente costituisce una priorità, e di conseguenza avere un chiaro quadro di ciò che avviene nelle acque della regione risulta di fondamentale importanza. A tal riguardo, nonostante gli USA stiano mettendo in pratica una politica di disimpegno dall’area mediorientale, vi è la possibilità che il minor numero di forze convenzionali venga in parte compensato dall’utilizzo di quelle unmanned. Parallelamente a ciò, si noti che nel 2022 è prevista nel Golfo Persico l’esercitazione militare International Maritime Exercise (IMX22) che vedrà più di 60 Paesi coinvolti e il cui focus verterà proprio sull’utilizzo delle tecnologie senza equipaggio e dell’Intelligenza Artificiale. L’esercitazione fornirà una dimostrazione concreta delle nuove capacità operative dei sistemi unmanned ed è possibile che tale tecnologia susciti l’interesse dei Paesi del Golfo, i quali potrebbero in futuro acquistare piattaforme senza equipaggio per potenziare le proprie Forze Armate.
Viceversa, nella prospettiva Golfo, il rafforzamento di un impianto marittimo costituisce il business del presente e del futuro, intravedendo in questa dimensione un’opzione operativa concreta capace di garantire sviluppo e nuove opportunità di lavoro in settori differenti che vanno ben oltre il solo aspetto militare. Da questo punto di vista gli investimenti anche civili possono essere una buona opportunità per ampliare e diversificare la macchina economica e produttiva degli Stati dell’area, aggiungendo know-how e competenze delle quali sono tradizionalmente sprovviste. Ad oggi, gli Emirati Arabi Uniti, anche grazie agli investimenti di DP World, si trovano in una posizione di vantaggio rispetto agli altri Paesi dell’area, ma è evidente che seppur in ordine sparso, quasi tutti gli attori del Golfo stanno sviluppando un interesse diffuso verso questo settore.
Nel complesso, sia per ragioni securitarie sia di sviluppo tecnologico ed economico, il settore dei sistemi unmanned costituisce una variabile importante da tenere in considerazione nell’ambito tanto delle dinamiche militari globali, tanto dei futuri equilibri della regione del Golfo Persico.