Artico ultima frontiera: risorse minerarie, rotte commerciali e conflittualità politiche internazionali nel Grande Nord
L’Artico non è più un agglomerato di ghiaccio, remoto e inaccessibile, ma nell’ultimo decennio è diventato, a tutti gli effetti, una nuova frontiera dello sviluppo economico e commerciale globale. Si tratta, infatti, di una regione estremamente ricca in termini di materie prime critiche e risorse energetiche e ittiche, oltre ad ospitare rotte economicamente più vantaggiose (in termini di lunghezza chilometrica) rispetto alle tradizionali vie marittime commerciali atlantiche, pacifiche e mediterraneo-indiane. L’importanza geoeconomica della regione ha innescato una serie di rivendicazioni da parte degli otto Stati artici – Canada, Danimarca (attraverso la Groenlandia), Islanda, Russia, Stati Uniti (tramite l’Alaska), Finlandia, Norvegia e Svezia –, che lavorano da tempo per rafforzare la loro posizione attraverso una proattiva proiezione economica, militare e politica e mostrando una notevole assertività anche nell’ambito del diritto internazionale. Oltre a questi Paesi, altri Stati non rivieraschi, come la Repubblica Popolare Cinese e l’India, hanno nondimeno accresciuto di recente il loro interesse per la cosiddetta “questione artica”.