Afghanistan vent’anni dopo: risultati raggiunti e prospettive per il futuro del Paese
Dopo vent’anni di conflitto, la guerra in Afghanistan sembra essere giunta ormai ad un epilogo. L’annunciato ritiro dei contingenti internazionali dal teatro, da compiersi entro il prossimo 11 settembre, dovrebbe consegnare la definizione di un nuovo equilibrio interno nelle mani degli attori afghani e aprire di fatto una nuova stagione per il Paese.
In questi anni, la NATO è stata un interlocutore fondamentale per le autorità di Kabul, sia nel contrasto all’instabilità interna sia nel supporto fornito a quel processo di State building necessario per rendere le istituzioni centrali un punto di riferimento credibile per la popolazione. Il lavoro svolto durante le missioni ISAF e Resolute Support ha messo in evidenza l’impegno dei Paesi membri nell’innescare un processo di crescita a 360°, nell’abbinare lo sforzo di mentoring e capacity building rivolto alle Afghan National Security Forces (ANSF) al sostegno per la realizzazione di un progresso sociale. L’Italia ha ricoperto un ruolo importante in questo senso. Presente nel Paese dal 2003, il contributo italiano è stato in questi anni centrale per il raggiungimento degli obiettivi fissati dalle missioni militari e per la costruzione di un rapporto di fiducia con gli stakeholder afghani, che ha facilitato il dialogo e la comprensione di uno scenario così complesso.
In un momento di delicata transizione, un’analisi della situazione è essenziale per comprendere i risultati raggiunti dal 2001 e le criticità che ancora restano da affrontare. Con il termine dell’esperienza in Afghanistan ormai alle porte, infatti, la presenza di questioni ancora in sospeso rischia di avere importanti conseguenze sulla cornice politica, istituzionale e securitaria all’interno della quale dovrà avvenire questo processo. La prosecuzione del dialogo di riconciliazione intra-afghano, la sostenibilità delle Afghan National Security Forces e dell’apparato di sicurezza supportato in questi anni dalla NATO, i rapporti di forza tra le diverse componenti politiche, la frammentazione interna dell’insorgenza talebana e lo spettro della minaccia jihadista sono solo alcune delle incognite che sembrano destinate ad influenzare la costruzione dell’Afghanistan post-conflitto.
L’incontro avverà venerdì 21 maggio, dalle ore 10.00, sulla piattaforma Zoom e verrà trasmesso in live streaming sui canali social del CeSI.
Ne discutono:
- Amb. Stefano Pontecorvo – Alto Rappresentante Civile della NATO in Afghanistan
- Gen. Luciano Portolano – Comandante del Comando Operativo di Vertice Interforze (COI)
- Prof. Andrea Margelletti – Presidente CeSI
Introduce e coordina:
- Stefano Polli – Vicedirettore ANSA
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