Spagna-Marocco: prove di disgelo
Il 2 febbraio, il Primo Ministro spagnolo Pedro Sanchez si è recato a Rabat per incontrare il suo omologo locale, Aziz Akhannouch nel tentativo di appianare le distanze sorte negli ultimi due anni tra Spagna e Marocco. Le tensioni che hanno riguardato i due Paesi rimandavano a questioni relative alle dispute sulle exclave spagnole di Ceuta e Melilla e il dossier immigrazione. La visita avviene in seguito all’incontro, risalente circa 10 mesi fa, tra lo stesso Sanchez ed il Re marocchino Mohammed VI e mette un punto definitivo alla crisi diplomatica cominciata nell’aprile 2021 sulla questione del Sahara Occidentale ed aggravata dall’arrivo di migliaia di migranti in Spagna ogni anno attraverso il Marocco.
I due Paesi hanno quindi stabilito che era giunto il momento di “rafforzare l’adesione” di entrambi a “un rinnovato processo di cooperazione”, come ha descritto Rabat in un comunicato. Durante la visita, Sanchez ha annunciato la conclusione di 20 accordi – perlopiù di natura economica – inclusa una linea di credito del valore di 880 milioni di dollari volta a sostenere gli investimenti in un Paese, definito dallo stesso Premier spagnolo, che è “la porta d’ingresso dell’Africa”. Le relazioni commerciali rimangono solide: il Marocco rappresenta il principale mercato spagnolo in Africa, e il terzo al di fuori dell’Unione Europea. Gli scambi tra i due Regni sono cresciuti del 30% nel 2022, includendo tra l’altro prodotti freschi, automobili e prodotti petroliferi raffinati. Tuttavia, nessun accordo decisivo e vincolante è stato raggiunto su questioni delicate come la regolamentazione dei flussi migratori e la completa riapertura del commercio con Ceuta e Melilla. I flussi migratori dal Marocco alla Spagna sono diminuiti di più di un terzo dal riavvicinamento dello scorso anno, ma la rotta del Mediterraneo Occidentale resta una delle più utilizzate per chi cerca di fuggire dalla povertà e dagli impatti nefasti dei cambiamenti climatici estremi. Inoltre, Rabat si rifiuta di riconoscere la sovranità spagnola sulle enclave di Ceuta e Melilla sebbene lo scorso anno i due Paesi abbiano concordato di aprire il primo punto di controllo doganale a Ceuta. Ad oggi, il Marocco non ha rilasciato dichiarazioni pubbliche che facciano pensare ad un cambiamento della sua posizione di lunga data secondo cui le exclave spagnole dovrebbero far parte del suo territorio.
Al contempo, Rabat ha espresso soddisfazione per il sostegno spagnolo al piano marocchino per l’autonomia del Sahara Occidentale, ma non ha fatto alcun riferimento ad accordi che mettano da parte le dispute territoriali. Una stretta cooperazione tra Marocco e Spagna è quindi auspicabile nel contesto di vicinanza geografica e di problemi comuni, ma è imprescindibile dalla risoluzione di questioni che, se non affrontate in maniera decisiva, potrebbero riproporsi e mettere nuovamente in crisi una relazione già segnata da decenni di dispute.
Sicuramente il primo summit marocchino-spagnolo in otto anni è un chiaro segno di disgelo ed un indicatore positivo non solo per i benefici che possono trarne Madrid e Rabat, ma anche nel più ampio quadro delle politiche dell’Unione Europea. L’incontro, infatti, arriva nel momento in cui i Paesi europei stanno provando a ricostruire i rapporti con i partner del Nord Africa a seguito delle minacce multidimensionali accresciute nel Mediterraneo causate dall’invasione russa in Ucraina.