Il primo volo del B-21 Raider nel futuro del Dominio Aereo
Lo scorso 10 Novembre il nuovo bombardiere statunitense B-21 Raider ha effettuato il suo primo test di volo presso lo stabilimento dell’US Air Force di Palmdale, in California. La concezione del B-21 segue le linee guida del futuro del dominio aereo individuate dalla US Air Force, basate sull’integrazione degli assetti digitali, sensoristici, elettronici e sullo sviluppo di una componente stealth altamente tecnologica. Il B-21 è progettato per la Modular Open Systems Architecture, la quale permette di adattare con maggior facilità gli aggiornamenti per le componenti software e hardware del velivolo. L’obiettivo è quello di avere un prodotto altamente integrabile e digitale , in linea con il programma Next Generation Air Dominance (NGAD), che dovrebbe costituire il nucleo della futura flotta aerea statunitense.
Secondo quanto emerso, i nuovi B-21 Raider potrebbero essere supportati da Collaborative Combat Aircraft (CCA), dei droni gregari previsti nella dottrina per la sesta generazione di piattaforme ed in grado di rappresentare degli effettori, al pari del velivolo principale. Tale programma, secondo le ambizioni della US Air Force, dovrebbe essere esteso alle operazioni condotte con l’F-35 Lighting II, con il nuovo caccia in progettazione con il programma NGAD e infine, con il B-21 Raider. In tale quadro, l’obiettivo è quello di aumentare le sorgenti di fuoco, l’interoperabilità della flotta aerea e l’integrazione con la componente terrestre, generando un’elevata autonomia operativa di ogni singola unità.
Inoltre, l’utilizzo dei CCA permetterebbe di avere una rilevante componente expendable, in grado di ridurre le perdite umane e degli asset materiali sensibili nei conflitti ad alta intensità. Il B-21 è in grado di condurre operazioni sia in modalità stand-off, ossia con attacchi missilistici a lungo raggio, sia in modalità stand-in, attraverso la penetrazione delle difese aeree nemiche e rilasciando munizioni in prossimità dei bersagli. Tale necessità nasce dall’esigenza di operare in teatri operativi molto più complessi rispetto al passato, complice il ritorno di una dimensione del conflitto peer to peer, nell’ottica di una competizione strategica con la Cina. L’ampiamento della capacità dei competitor di creare vaste bolle Anti Access Area Denial, congiunta alle capacità militari degli stessi, implicano la necessità di proiettare una capacità aerea, convenzionale e nucleare, corposa e su vasta scala. Una concezione del conflitto che, nel lungo termine, non sarà più sostenibile dagli squadroni dei bombardieri B-52 Stratofortress e B-1B Lancer, aventi principalmente funzioni stand-off e progettati per la deterrenza nucleare nei confronti dell’Unione Sovietica. Il futuro del dominio aereo è orientato verso la multifunzionalità di ogni velivolo dispiegato, l’interscambio di dati ed una condivisione automatizzata della situational awareness delle piattaforme operative. In quest’ottica, il campo di battaglia del futuro sarà sempre più conteso e basato sulla massimizzazione capacitiva delle componenti tecnologiche sincronizzate, ed il B-21 Raider appare orientato a soddisfare questi requisiti strategici.