Guerra in Ucraina: alta tensione tra NATO e Russia dopo la caduta di frammenti missilistici in Polonia
Il 15 novembre, la Russia ha lanciato una massiccia ondata di attacchi missilistici contro molteplici obbiettivi su tutto il territorio ucraino, incluse infrastrutture energetiche e siti sensibili. Tra le città colpite dagli oltre 90 vettori lanciati dalle Forze Armate russe rientrano anche Kiev e Leopoli. Nel contesto del recente cambiamento del paradigma operativo russo in Ucraina, promosso dal comandante Sergey Surovikin e incentrato su un maggiore impiego degli assetti missilistici e dell’aeronautica, l’attacco russo rappresenta il tentativo di assorbire il colpo della ritirata da Kherson e della condanna al conflitto espresso dal G20 di Bali.
In concomitanza con tale attacco, alcuni detriti missilistici sono caduti in territorio polacco, nei pressi di una fattoria a Przewodow, villaggio a circa 7 km dal confine con l’Ucraina, causando due vittime. L’accaduto ha subito messo in allerta le autorità di Varsavia e della NATO, che hanno accertato l’origine ucraina dei detriti, presumibilmente di un missile antiaereo che aveva intercettato e distrutto un missile russo. Tuttavia, nelle ore immediatamente successive all’incidente, la tensione tra NATO e Russia era sensibilmente salita poiché, prima dell’accertamento delle dinamiche, non era stata scartata l’ipotesi di un vettore russo precipitato, a causa di un malfunzionamento, in territorio polacco.
Quanto avvenuto in Polonia pone l’attenzione sul rischio di incidenti e sui “danni collaterali” connessi al conflitto ucraino, fattispecie in cima all’agenda NATO sin dalle operazioni di guerra ibrida russa in Ucraina iniziate nel 2014 e ulteriormente peggiorata con l’invasione dello scorso febbraio. Infatti, a partire dal 24 febbraio è in corso una guerra convenzionale ad alta intensità tra la Russia e l’Ucraina. Quest’ultima confina, con 5 Paesi NATO (Polonia, Turchia, Ungheria, Romania e Slovacchia) e, fin dalle prime ore del conflitto, ci sono stati numerosi attacchi missilistici russi contro obiettivi ucraini (sia civili sia militari) situati nei pressi o a ridosso del confine tra l’Ucraina e uno dei Paesi NATO. Per tali ragioni, il rischio che si verifichino incidenti militari tra forze russe e ucraine a ridosso dei confini con Stati Membri della NATO è concreto. A testimonianza di quanto tale possibilità sia reale, basti ricordare che un evento simile è già accaduto, coinvolgendo un Paese non NATO. Infatti, lo scorso 31 ottobre, alcuni rottami di un missile russo intercettato dalla contraerea ucraina sono caduti in territorio moldavo, provocando danni limitati ad alcune abitazioni, senza causare morti o feriti. Incidenti di questo tipo potrebbero contenere il rischio di una escalation tra NATO e Federazione Russa, soprattutto in un contesto di tensione e polarizzazione dell’opinione pubblica come quello attuale.
Nell’immediato futuro è attesa la risposta della NATO. Con molta probabilità, l’Alleanza Atlantica potrebbe disporre ulteriori misure di rassicurazione dei partner, soprattutto della Polonia, in cui il conflitto è in cima all’agenda di politica interna ed estera ed in cui l’inquietudine del governo e della popolazione civile vanno affrontate con fermezza, lucidità e freddezza onde evitare rischi di escalation.