Programma Soldato Futuro: punto di situazione e prospettive per l’export
Difesa e Sicurezza

Programma Soldato Futuro: punto di situazione e prospettive per l’export

Di Davide Corazzini
20.03.2013

Il Programma Soldato Futuro è uno dei tre pilastri del più vasto programma di digitalizzazione dell’Esercito Italiano, denominato Forza NEC (Network Enabled Capability). Gli altri due pilastri sono costituiti dal SIACCON (Sistema Automatizzato di Comando e Controllo) e dal SICCONA (Sistema di Comando, Controllo e Navigazione). Il Programma Forza NEC s’inserisce nel quadro teorico e pratico della Network Centric Warfare (NCW), la quale a sua volta, può essere considerata come la fase più recente della Revolution in Military Affairs, cioè dell’evoluzione del moderno strumento militare, qual è maturata nell’ambito della dottrina militare statunitense a partire dagli Anni ’70. 
La NCW, sostanzialmente, mira alla digitalizzazione dello spazio di manovra, in modo che la superiorità nella raccolta, gestione e disseminazione delle informazioni, unita all’estrema precisione e letalità dei sistemi d’arma, si trasformi in un vantaggio tattico-strategico tale da negare al nemico, di fatto, la capacità stessa di operare sul campo di battaglia in maniera minimamente efficace.

Questo risultato viene ottenuto combinando in maniera innovativa gli ultimi ritrovati tecnologici negli ambiti ISR (intelligence, surveillance and reconnaissance), C4I (Command, Control, Communication, Computer and Intelligence) e del munizionamento di precisione. Questo permette di “mettere in rete” piattaforme ed operatori, in modo che ogni singolo elemento sul campo di battaglia, sia esso uomo o macchina, agisca contemporaneamente da collettore, disseminatore ed utilizzatore finale di informazioni tatticamente e strategicamente rilevanti, su posizione e capacità sia delle forze nemiche che di quelle amiche. La costruzione e la condivisione di quella che, in gergo, viene chiamata Common Operational Picture (COP), quindi, contribuisce al dispiegamento di un vero e proprio moltiplicatore di potenza, a tutti i livelli decisionali e su tutta la profondità del teatro di operazioni.

Sebbene per gli eserciti occidentali, almeno nel breve e medio periodo, si profilino più facilmente scenari operativi di tipo contro-insurrezionale, lo sviluppo di capacità net-centriche si rende necessario per mantenere ed incrementare esponenzialmente, sul lungo periodo, il margine di superiorità qualitativa (quindi tecnologica e dottrinale) già esistente, che permette di compensare la propria inferiorità quantitativa nei confronti dei principali competitor su scala globale. Lo sviluppo di capacità net-centriche, tuttavia, si rende appropriato anche nell’ambito dei conflitti asimmetrici, dove una forza militare altamente preparata e tecnologicamente all’avanguardia si trova ad affrontare forze irregolari che adottano tattiche e strategie di tipo insurrezionale. Lo scontro, finalizzato al controllo del territorio e alla benevolenza della popolazione, avviene in un contesto politico e sociale incerto, né ostile né amico, la cui propensione per l’una o per l’altra parte finisce per dipendere da fattori che esulano dalla pura performance militare. L’esigenza di conoscere il territorio e di poter ingaggiare nella maniera più efficace possibile le forze ostili, riducendo al contempo i danni collaterali tra i civili, rende quindi l’apparato tecnologico e dottrinario della network-centric warfare altamente compatibile con le finalità e le modalità della guerra asimmetrica.

Se le Forze Armate statunitensi hanno sin dall’inizio deciso di sviluppare ex-novo soluzioni e piattaforme per la digitalizzazione (salvo abbandonare in itinere parte dei programmi in fase di sviluppo, a causa dei costi esorbitanti), le Forze Armate italiane, dal canto loro, hanno ritenuto operativamente più realistico e finanziariamente più sostenibile adottare un approccio che prima andasse ad aggiornare quanto già in dotazione e poi lo sostituisse progressivamente fino al completamento del Programma. In linea con le best practices internazionali, si è deciso di adottare un approccio a spirale, strutturato per fasi, in modo che i primi risultati potessero essere visti sul campo più velocemente rispetto alla prassi di un progetto tradizionale e in modo da sviluppare il programma con maggiore flessibilità e con la libertà di apportare eventuali aggiustamenti e/o correzioni in corso d’opera. Un primo passo ha visto, quindi, l’introduzione di tecnologie net-centriche su piattaforme “legacy” quali il carro armato Ariete e l’autoblindo caccia-carri Centauro, per poi passare allo sviluppo ex-novo di piattaforme già digitalizzate, quali il Veicolo Blindato Medio 8X8 Freccia o, appunto, i kit del Soldato Futuro.

Il programma Forza NEC, in definitiva, mira alla costituzione di forze medie digitalizzate, capaci di operare, con complete capacità net-centriche ed elevate caratteristiche expeditionary, sia in contesti di stabilizzazione e ricostruzione, sia in operazioni combat ad altà intensità. La varietà degli scenari odierni, infatti, impone ad una moderna forza militare la capacità di operare lungo uno spettro di operazioni potenziali particolarmente ampio: dai tradizionali confronti simmetrici ad alta intensità, tipici dei conflitti interstatali, a operazioni di gestione delle crisi, che spaziano dal warfighting all’assistenza umanitaria e che prevedono, di conseguenza, una vasta gamma di situazioni operative.

Se i sistemi SIACCON e SICCONA mirano ad integrare veicoli e piattaforme in un unico sistema di Comando e Controllo, tale da realizzare una situational awareness risolutiva dello scontro, il Programma Soldato Futuro mira a rendere il soldato di fanteria una componente fondamentale di questo sistema, integrandolo profondamente nel processo di raccolta, elaborazione e disseminazione delle informazioni. Caratterizzato da capacità offensive superiori, il Soldato Futuro può essere definito come un “sistema di sistemi”, dotato della propria componente individuale di comando e controllo, grazie alla quale potrà gestire armi, sensori ed informazioni in ambiente completamente condiviso, sia verticalmente che orizzontalmente.

Il Programma è stato approvato nel 1999 dal Comitato dei Capi di Stato Maggiore, originalmente con la denominazione di “Combattente 2000”, ed il percorso di trasformazione è stato reso di pubblico dominio, nelle sue linee essenziali, con il documento “Investire in sicurezza” e con il “Concetto strategico del Capo di Stato Maggiore della Difesa”, entrambi del 2005. Lo sviluppo iniziale di un dimostratore tecnologico è stato seguito nel 2007 dalla realizzazione di tre prototipi, nelle tre configurazioni previste (comandante, fuciliere e granatiere). I prototipi sono stati testati presso la Scuola di Fanteria di CESANO e poi presso l’Unita Sperimentale per la Digitalizzazione, il test-bed creato ad hoc partendo dal 31° Rgt Carri della Brigata Pinerolo, di stanza ad Altamura (Bari). E’ stato quindi avviato l’approvvigionamento di 92 prototipi pre-serie, di cui 19 nella versione “Comandante”, 57 nella configurazione “fuciliere” e 16 nella configurazione “fuciliere granatiere”. I primi 30 esemplari sono stati consegnati all’inizio del 2011, mentre i rimanenti 62 sono stati messi a disposizione nel corso del 2012 e sono attualmente in fase di testing, prima della consegna del sistema definitivo.

Il partner industriale dell’Esercito Italiano è costituito dal raggruppamento temporaneo d’impresa guidato da Selex ES, azienda del gruppo Finmeccanica nata dalla fusione di Selex Elsag (già Elsag Datamat), Selex Galileo (già Galileo Avionica) e Selex Sistemi Integrati, che ha di recente inglobato Larimart. Fanno parte del raggruppamento anche Beretta, AeroSekur e Sistema Compositi, più altre aziende impegnate come sub-contractors. Le singole componenti del sistema hanno subito numerose modifiche: qui ci occuperemo essenzialmente dei sistemi C4I e combat nella loro configurazione più recente, qual è stata testata presso la Scuola di Fanteria di Cesano nel Marzo 2012.

Wearable Personal Computer
La componente di comando e controllo è incentrata sul Wearable Personal Computer (WPC) LRT 440, prodotto da Larimart. Il WPC è gestito tramite uno schermo touch-screen separato, indossabile sul braccio o consultabile mediante un’apposita tasca da agganciare al gibernaggio; è disponibile in due configurazioni: una per il comandante di squadra, da 8 pollici, e una per il semplice soldato, da 4 pollici. Sullo schermo è possibile visualizzare mappe digitali, messaggi testuali e tutti i dati ripresi dai sensori del sistema Soldato Futuro, inclusi il sistema di puntamento dell’arma e lo UAB (Unità Acquisizione Bersagli). L’orientamento della mappa digitale e il posizionamento del soldato sono garantiti dalla presenza di un’antenna gps dedicata.

Software Defined Radio
Le comunicazioni sono garantite dall’impiego della SWave Handheld Software Defined Radio (SDR), sviluppata e prodotta da Selex ES. Rispetto alla precedente Individual Pocket Radio (IPR), l’adozione del sistema SDR rappresenta un miglioramento per tutta una serie di motivi: maggiore portata (da 2 a 5 km, contro i 1.300 metri della versione precedente); operatività sulla frequenza di 30-512 MHz, e non 800-900 Mhz, e supporto a cinque tipi diversi di banda radio; la possibilità di gestire la connessione dati out of the box, senza quindi l’ausilio di un nodo supplementare (quale era previsto in precedenza). Le cuffie sono dotate di microfono ed integrano un sensore fisiologico, sviluppato da Larimart con il supporto di Galileo Avionica, capace di raccogliere informazioni sullo stato di salute del soldato tramite la misurazione del battito cardiaco.

Helmet Mounted Display
Interfacciato via bluetooth con il sistema di puntamento dell’arma ICWS Aspis, il sistema NIMOS (Night Mobility System), permette al soldato di sparare anche da posizione riparata, di operare in condizione di luce insufficiente e di registrare tramite telecamera. E’ possibile anche visualizzare eventuali messaggi di allarme ed altre informazioni, oltre ai dati provenienti dai sensori del soldato. Sviluppato da Selex ES e originariamente previsto per la componente HMD, il NIMOS è stato momentaneamente sostituito con componenti off the shelf, nell’attesa che si riescano a ridurne peso e dimensioni, in linea con le specifiche iniziali. I sostituti in fase di valutazione sono quindi attualmente due: l’AN/PVS-21 prodotto da OGARA Sensor System e il TM-NVG sviluppato da ITT Exelis.

Unità Acquisizione Bersagli
E’ un dispositivo portatile in dotazione al Comandante di squadra che consente l’acquisizione e la localizzazione dei bersagli sul terreno, sia di giorno sia di notte. Prodotto da Selex ES, l’UAB Lynx permette di localizzare il bersaglio effettuando la misura delle coordinate di azimut ed elevazione rispetto al luogo di osservazione, nonché la distanza del bersaglio osservato.
L’unità incorpora una camera termica per la visione notturna, un telescopio a 7 ingrandimenti per la visione diurna, un telemetro con lettura della distanza fino a 4 km, una bussola digitale e un record data system per l’acquisizione dei bersagli (1 km max per soldato e 2 km max per veicolo).
Il sistema consente la trasmissione dei dati in modalità wireless e via cavo tramite la connessione con l’Unità DDA.

Varie
L’Unità Nodo Comunicazioni (UNC) è l’elemento grazie al quale il soldato viene inserito all’interno della rete net-centrica; garantisce la connettività tra i vari componenti del sistema soldato e tra il sistema soldato ed altri sistemi o reti esterni. L’Unità Distribuzione Dati e Audio (DDA) permette una facile gestione operativa delle comunicazioni audio, tramite il pulsante PPT, e dati, agendo da nodo tra il WPC e il sistema di sensori montato sull’elmetto (HMD). Nella sua versione più recente, il DDA è stato dotato di una track ball per gestire il WPC e, per ridurre gli ingombri e aumentare la maneggevolezza di tutto l’apparato, le periferiche possono essere collegate direttamente al WPC, senza più passare dal DDA. Il pacchetto di batterie agli ioni di litio è sviluppato da Larimart e consente un’autonomia di 24 ore, con la possibilità di ricaricare il kit collegandolo al VBM 8x8 Freccia. Gli sforzi si stanno anche concentrando sulla realizzazione di un sistema chiamato WABS (Wearable Antenna Battery System), che integri batterie ed antenne nel gibernaggio a disposizione del fante.

ARX 160 e GLX 160
La componente combat è costituita dal fucile d’assalto ARX 160, in calibro 5,56 x 45 mm NATO, e dal lanciagranate GLX 160, entrambi di fabbricazione Beretta. L’ARX 160 sostituisce il Beretta AR 70/90, migliorandolo sotto numerosi aspetti: precisione, materiali peso, ergonomia, maneggevolezza, modularità e versatilità. Il fucile è già in dotazione presso il contingente italiano schierato in Afghanistan. Originariamente la componente di puntamento era costituita dal sistema ICWS (Individual Combat Weapon System) Aspis prodotto da Selex ES. Il prototipo comprende una camera termica, un canale tv, un puntatore laser per il tiro istintivo e un’ottica red dot per il combattimento close-quarter. Peso e ingombri, però, sono ancora superiori alle specifiche previste in fase di progettazione e, di conseguenza, si è deciso, anche in questo caso, di sostituire temporaneamente il sistema con una triade di componenti off the shelf: per la funzione di mira è stata scelta la Elcan SpecterDR multi-function combat day sight; per l’operatività notturna una Mini Thermal Sight di L3 Warrior System e per il puntamento laser un AN/PEQ-15 ATPIAL (Advanced Target Pointer / Illuminator / Aiming Light), sempre di L3 Warrior System. Anche il lanciagranate GLX 160, in calibro 40 mm e disponibile anche in versione stand-alone, è fabbricato in tecnopolimeri. Per il GLX 160 Selex ES ha sviluppato il GLFCS (Grenade Launcher Fire Control System) Scorpio, un innovativo sistema di puntamento capace automaticamente di rilevare la distanza del bersaglio, elaborare la migliore soluzione di tiro e presentarla al tiratore; il tutto anche per bersagli in movimento lento.

LE PROSPETTIVE INTERNAZIONALI DI MERCATO DEL PROGRAMMA “SOLDATO FUTURO”

Il progetto Soldato Futuro è uno dei numerosi progetti di digitalizzazione attualmente in fase di sviluppo presso i maggiori eserciti del mondo. Tra i più importanti possiamo sicuramente citare il Land Warrior statunitense (progetto guidato da General Dynamics, con Raytheon e BAE Systems); il FIST britannico (il cui consorzio, guidato da Thales, vede la partecipazione, tra gli altri, di Selex ES); il FELIN francese, condotto da Sagem; l’IDZ tedesco, affidato inizialmente ad EADS per la prima versione del sistema (già schierata in Afghanistan, Kosovo e Congo) e successivamente a Rheinmetall per la seconda versione (che sarà distribuita alla truppe nel corso del 2013). 
Nonostante i continui tagli al budget della Difesa italiana, dettati dallo stato critico delle finanze statali, il sistema Soldato Futuro, per le sue qualità intrinseche, rimane sicuramente tra i progetti di digitalizzazione più promettenti sul mercato internazionale. Ciò è vero soprattutto per quanto riguarda quei Paesi emergenti sprovvisti di un apparato industriale adeguato alle loro esigenze di sicurezza, ma interessati, per la loro situazione geopolitica particolarmente delicata, ad acquisire un vantaggio competitivo per le proprie forze armate nei confronti sia delle minacce interne sia di quelle esterne.

Russia
E’ noto l’interesse espresso dalla Russia nei confronti della componente C4I sviluppata da Selex ES, come confermato dal management di Finmeccanica nel luglio 2012, alla vigilia della Fiera Internazionale di Farnborough. Pochi i dettagli circa le trattative italo-russe, che si sarebbero concretizzate dopo la visita a Mosca del ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, nell’aprile 2012. Recentemente Mosca ha confermato che i test del proprio sistema future soldier, denominanto Ratnik, avranno inizio nel mese di aprile 2013, dopo una serie di prove preliminari condotte con successo nel settembre 2012, presso il campo di tiro di Alabino (Mosca). 
Nel 2011 l’allora vice ministro della Difesa Vladimir Popovkin aveva annunciato l’interesse dell’Armata Rossa verso la componentistica prodotta dalla francese Sagem per il Progetto FELIN; un’altra azienda che pare interessata dal programma russo è la tedesca Rheinmetall, coinvolta nel Progetto IDZ (Infanterist der Zukunf), come recentemente annunciato dal tenente colonnello Nikolai Donyushkin, portavoce dell’esercito russo. E’ altamente probabile che la Difesa russa voglia testare i sistemi sviluppati nell’ambito dei singoli programmi nazionali in modo da selezionare le tecnologie migliori per i propri scopi, per poi procedere alla stipula di partenariati produttivi che portino almeno all’assemblaggio in loco degli oltre 40 componenti previsti dal Progetto Ratnik. L’acquisizione diretta dei singoli componenti, secondo una logica puramente off the shelf, è improbabile e la speranza russa è di poter arrivare ad un livello qualitativo pari a quello dei programmi dei principali paesi occidentali.

Turchia
Margini di espansione sembrano presenti anche in Turchia nell’ambito del progetto “Tek-Er”, tramite cui l’Esercito di Ankara, forte di un budget in continua ascesa, conta di digitalizzare la propria fanteria. Per ora il progetto è ancora soltanto in fase concettuale, ma Finmeccanica potrebbe beneficiare di una corsia preferenziale costituita dal Protocollo di Intesa nel settore dell’elettronica per la Difesa, firmato nel 2009 con Havelsan, un colosso industriale turco di respiro internazionale. Similmente alla multinazionale italiana, Havelsan è attiva in una moltitudine di comparti e fa parte della Turkish Armed Forces Foundation, organizzazione ombrello che, oltre alla stessa Havelsan, raggruppa aziende come Aselsan, Isbir Elektrik, Roketsan e Tusas Aerospace Industries. Nel 2011 la direzione commerciale di Finmeccanica ha individuato nella Turkish Armed Forces Foundation uno dei partner privilegiati per il gruppo italiano, sia per una maggiore penetrazione del mercato turco, sia per un’espansione nei suoi mercati satellite (come, ad esempio, il Pakistan).
Nel 2009, intervistato dal magazine specialistico Defence Turkey, il sottosegretario con delega all’industria della Difesa, Murad Bayar, ha sottolineato come ci fossero ampi margini per irrobustire la già forte cooperazione industriale tra aziende turche ed italiane. Si individuavano quindi nell’aviazione, nella cantieristica navale e nei sistemi “future soldier” gli ambiti meritevoli di approfondimento. Veicolo naturale per tale operazione, soprattutto per quanto riguarda il progetto Tek-Er, non potrebbe che essere la sussidiaria turca di Selex ES, Selex Komünikasyon, già fornitrice in passato di sistemi radio HF all’esercito turco (giusto per rimanere nell’ambito delle forze di terra). Nel gennaio 2012, inoltre, durante gli “Italy-Turkey Defence Industry Days”, il Presidente AIAD (Federazione Aziende Italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza), Remo Pertica, ed il Segretario Generale SASAD (Federazione Aziende Turche per la Difesa), Kaya Yazgan, hanno sottolineato le ottime prospettive italo-turche.

Emirati Arabi Uniti
Forti di ingenti disponibilità finanziarie, anche gli Emirati Arabi Uniti sono interessati alle soluzioni del sistema Soldato Futuro. Gli EAU, infatti, sono strategicamente interessati ad un netto miglioramento qualitativo del proprio organico, in modo da sopperire alla propria esiguità numerica e, di conseguenza, rafforzare la propria posizione nello scacchiere regionale. 
L’industria italiana è presente sul mercato dell’Emirato grazie alla joint-venture tra Selex ES e Abu Dhabi Systems Integration ed è possibile inquadrare in un contesto di profonda collaborazione la recente fornitura di 6000 Personal Role Radio all’Esercito e al Comando per le Operazioni Speciali; se a ciò aggiungiamo la nutrita presenza italiana alla recente fiera IDEX 2013 di Abu Dhabi, dove il Gruppo ha potuto esporre lo stato dell’arte della propria produzione militare e civile, non possiamo non valutare positivamente il posizionamento di Finmeccanica nel processo di digitalizzazione dell’esercito degli Emirati Arabi Uniti.

Giordania
Concrete prospettive di mercato sussistono in Giordania, nell’ambito del Programma “Future Soldier System”, portato avanti congiuntamente dalle Forze Armate Giordane e dal King Abdullah Design and Development Bureau (KADDB) di Amman. Attualmente il Programma prevede che le soluzioni vengano inizialmente messe a disposizione delle Forze Speciali e della Gendarmieria, per poi essere estese anche al resto delle Forze Armate Giordane. 
Selex ES è presente nel Paese tramite un Memorandum of Understanding con il KADDB, firmato nel 2009; esso prevede che le attività di ricerca, progettazione e sviluppo avvengano in loco, in modo che l’industria nazionale giordana possa beneficiare del massimo trasferimento tecnologico, soprattutto nel campo della situational awareness.

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