NATO Summit 2021: Un Action Plan green per la sicurezza e i cambiamenti climatici
Difesa e Sicurezza

NATO Summit 2021: Un Action Plan green per la sicurezza e i cambiamenti climatici

Di Riccardo Leoni
17.06.2021

Uno dei temi più rilevanti e inediti affrontati al summit di Bruxelles è stato senza dubbio il cambiamento climatico, le misure di contrasto a tale fenomeno e le sue implicazioni per la sicurezza dell’Alleanza. I leader hanno infatti riconosciuto come le criticità derivanti dal cambiamento climatico rappresentino una sfida securitaria vera e propria, capace di sconvolgere i contesti socio-economici e di avere ricadute critiche anche sulle capacità difensive degli Stati membri. Dopo i primi passi mossi negli ultimi anni, a partire dal Green Defense Framework del 2014, la NATO ha deciso ora di porre il cambiamento climatico in cima alle priorità e alle sfide per il futuro dei Paesi membri e del mondo intero.

La nuova agenda che guiderà gli sforzi dell’Alleanza prenderà il nome di “NATO Climate Change and Security Action Plan” e avrà l’obiettivo di condurre le iniziative relative al contrasto ai cambiamenti climatici, articolandosi su quattro direttrici fondamentali: aumentare la consapevolezza degli alleati; adattarsi al cambiamento climatico; mitigare l’impatto delle proprie attività sul clima; diffondere gli sforzi all’esterno dell’Alleanza.

Sul piano pratico, la buona riuscita di questi propositi sarà garantita da una serie di strumenti atti a monitorare, coordinare e misurare i progressi compiuti. La mancanza di un sistema simile aveva rappresentato fino ad oggi la principale debolezza del programma di Green Defense della NATO. Il summit ha infatti stabilito la pubblicazione di un report annuale sullo stato del clima, dei suoi effetti sull’ambiente e sulla sicurezza e dei progressi compiuti dagli Stati membri (sia in contesto NATO che nazionale) per ridurre le emissioni di gas serra. Per garantire quest’ultimo obiettivo, l’Alleanza si doterà di una metodologia analitica condivisa per la mappatura e la misurazione degli sforzi compiuti, rinnovando nel contempo la collaborazione con la comunità scientifica e con le grandi organizzazioni internazionali per lo sviluppo di best practices che possano essere applicate anche al di fuori del contesto euro-atlantico. Il piano entrerà da subito in azione: infatti, il primo report sul clima è previsto per il prossimo summit di Madrid nel 2022, insieme con il lancio del nuovo Concetto Strategico che molto probabilmente eleverà definitivamente il cambiamento climatico a priorità di interesse strategico per gli anni a venire.

Infine, sempre con l’obiettivo di comprendere le ripercussioni sulla sicurezza derivanti dal cambiamento climatico e per sviluppare policies e metodologie efficaci al suo contrasto, dovrebbe essere istituito in Canada un “NATO Centre of Excellence (COE) on Climate and Security”. Riconoscendo la sfida politica, securitaria e tecnologica rappresentata dal cambiamento climatico, l’Alleanza Atlantica si muoverà dunque, con sempre maggiore decisione, anche nell’ottica della realizzazione di una difesa green, come parte dell’Agenda 2030 e del profondo processo di riflessione interna in corso in ambito NATO.

(Questa è la quarta di una serie di analisi dedicate al Summit 2021 della NATO)

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