Forze armate, pronto piano di mobilità: in 10 anni saranno tagliati 20 mila soldati

Forze armate, pronto piano di mobilità: in 10 anni saranno tagliati 20 mila soldati

01.10.2014

ROMA - Il Consiglio dei ministri ha dato il via ufficiale alla cura dimagrante delle Forze armate. Una cura da cavallo, secondo una tabella già predisposta da Giampaolo Di Paola, ministro della Difesa del precedente governo.
Di Paola giustificò così il taglio previsto di quasi trentamila dipendenti del ministero della Difesa, tra militari e civili: «È la sola possibile via da percorrere per continuare a disporre di Forze armate moderne, efficienti ed efficaci».

LE MISURE
Dunque le Forze armate italiane saranno interessate da un taglio di circa ventimila militari da attuarsi entro i prossimi dieci anni. Il “dimagrimento” riguarderà inoltre 7.800 dipendenti civili del ministero della Difesa. Le Forze armate del nostro Paese scenderanno così a una consistenza numerica di 150.000 unità (tra tutte e tre le Armi, Esercito, Marina ed Aeronautica) dalle circa 170.000 unità odierne. Ventimila ufficiali e sottufficiali “da smaltire” nel giro di dieci anni non è dire poco. Che fine verrà infatti riservata a queste migliaia di lavoratori con le stellette che saranno costretti ad abbandonare la divisa?

LE GARANZIE
Il meccanismo è stato studiato in modo tale da prevedere soluzioni di garanzia. La Difesa ha assicurato che non vi saranno misure espulsive a danno dei dipendenti. Saranno utilizzati strumenti come la mobilità e l’aspettativa per riduzione quadri. Per i militari sono previste riserve di posti nei concorsi pubblici e altre misure di favore per il transito nei ruoli di altre amministrazioni dello Stato. I volontari vincitori di concorso potranno essere immessi nelle Forze di polizia senza la necessità di aver preventivamente svolto l’ulteriore ferma quadriennale nelle Forze armate. Anche per il personale civile della Difesa in esubero si prevede la mobilità verso altre amministrazioni.

I GRADI PIÙ ALTI
La “sforbiciata” è estesa anche ai gradi più alti. La riorganizzazione dei militari riguarderà anche 524 tra generali e colonnelli. È prevista una riduzione dei generali dagli attuali 443 a 310, con un taglio di 133 unità, il 30 per cento. I colonnelli, invece, passeranno da 1.957 a 1.566: 391 in meno, cioè il 20 per cento. Viene soppresso anche l’incarico a pagamento di consigliere militare del ministro della Difesa attualmente vacante.

LE STRUTTURE
I due decreti legislativi che attuano il piano di razionalizzazione della Difesa prevedono anche la dismissione, nei prossimi cinque anni, del 32 per cento delle strutture militari come Enti, caserme, basi e siti. Si prevede che centinaia di uffici saranno accorpati e rimodulati. Un forte ridimensionamento riguarderà la Sanità militare. Di «rivoluzione copernicana» parla Andrea Margelletti, presidente del Cesi (Centro studi internazionali): «La rimodulazione dei fondi permetterà di avere una Difesa più snella e meno onerosa per il cittadino ma ancora più capace di affrontare nuove sfide. Non saranno solo le missioni all’estero ma anche gli interventi in occasione di disastri naturali che hanno portato tanto dolore al nostro Paese».

LA POLEMICA
I poliziotti dei sindacati Siulp, Sap, Ugl Polizia e Consap hanno polemizzato per le misure varate dal Consiglio dei ministri che, a loro dire, «hanno ancora una volta favorito una fuga in avanti dei militari a danno dei poliziotti che la sicurezza la fanno in strada ogni giorno». I poliziotti, in sostanza, hanno criticato Alfano che «si era impegnato a far sì che l’approvazione della riforma delle carriere in Polizia corresse di pari passo con la riforma dello strumento militare». Invece quest’ultima legge è passata, la riforma delle carriere ancora no.

http://www.ilmessaggero.it/primopiano/cronaca/forze_armate_soldati_riforma_piano_mobilit_militari/notizie/441557.shtml

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