Il (quasi) dominio sottomarino: dipendenze, minacce e prospettive per proteggere, operare e primeggiare negli abissi
Defence & Security

Il (quasi) dominio sottomarino: dipendenze, minacce e prospettive per proteggere, operare e primeggiare negli abissi

By Marco Di Liddo and Emmanuele Panero
06.17.2024

Nel corso degli ultimi anni l’ambito sottomarino ha assunto una crescente rilevanza, soprattutto nell’area dell’ Indo-Pacifico, con l’emergere del concetto di Underwater Domain Awareness. Questo attiene infatti alla consapevolezza dei rischi securitari legati alla crescente dipendenza ed attività umana nelle profondità marine ed alla possibilità che le stesse possano essere oggetto di sorveglianza malevola o attacco. Inoltre, esso afferisce alle opportunità che attori avversari potrebbero cogliere, operando sotto la superficie, in assenza di un adeguato controllo dell’ambiente sottomarino, conducendo azioni contrarie alla sicurezza ed agli interessi nazionali, incidendo così sullo svolgimento di attività economiche, commerciali, civili e militari. Corridoi legati all’approvvigionamento energetico, alle risorse minerarie, alla connettività, a gasdotti e oleodotti, nonché a dorsali per la trasmissione del traffico dati rendono l’ambiente subacqueo strategico sotto numerosi aspetti e come tale vulnerabile all’influenza di competitors. Il ritorno di un conflitto convenzionale ad alta intensità con effetti, e lessons learned, anche nel dominio marittimo, nonché i sabotaggi ai gasdotti Nord Stream nel Mar Baltico o ai cavi di comunicazione digitali nel Mare di Barents, hanno palesato la rilevanza di questo (quasi) dominio anche per i Paesi rivieraschi dell’area europea. Questo implica un’opportuna riflessione sulle vulnerabilità degli assetti strategici situati sui fondali marini, sulle minacce (di spionaggio, ibride o cinetiche) a cui tali infrastrutture sono esposte ed ai nuovi requisiti necessari per operare, sorvegliare e proiettare capacità sotto la superficie. Il Mediterraneo è infatti sempre più un mare conteso e caotico, dove numerosi attori regionali ambiscono a controllare e sfruttare porzioni crescenti delle profondità marine, e dove i disaccordi tra alcuni Stati sulle rispettive Zone Economiche Esclusive (ZEE) sono alla base di una crescente attività di assetti di superficie e soprattutto sottomarini per sorvegliare le attività sotto e sopra il mare. In ultimo, l’incremento del numero e delle attività della flotta russa nel Mare Nostrum pone questioni significative di deterrenza efficace e di scalabilità degli strumenti di sorveglianza e potenziale contrasto, costituendo una minaccia innegabile alla sicurezza nazionale, europea ed atlantica. In linea con le sfide poste dall’agire nell’ambiente sottomarino, la Legge di Bilancio ha previsto lo stanziamento annuale di 2 milioni di euro a decorrere dal 2023 per la realizzazione e lo sviluppo di un Centro Nazionale di Eccellenza a La Spezia, sotto la supervisione ed il controllo della Marina Militare. Obiettivo ultimo del nascente Polo è la valorizzazione del settore nazionale della subacquea, implicante anche l’aggiornamento del Codice dell’Ordinamento Militare, assegnando alla Marina Militare il compito di promuovere potenzialità e competitività del comparto e favorendone le connesse attività di ricerca tecnico-scientifica, nonché sostenendone le innovazioni e la relativa proprietà intellettuale. La dimensione sotto la superficie riveste per la Repubblica Italiana, infatti, grande importanza per via della presenza di infrastrutture civili fondamentali, con un ruolo essenziale della Marina Militare per la protezione delle vie di comunicazione e delle infrastrutture sottomarine attraverso sommergibili e altri mezzi anche di tipo unmanned, come i droni subacquei, i quali rappresentano un risultato di punta dell’high-tech e dell’indotto industriale navale e della difesa. Lo spazio sottomarino offre poi un possibile ambito di azione e manovra, in cui le componenti dedicate delle Forze Armate, ed in particolare della Marina Militare, possono ampliare le proprie capacità di proiezione, sviluppando dottrine e strumenti idonei a controllare ed influenzare, se necessario, ciò che si trova sotto e sopra la superficie o che su questa si affaccia dalle coste. Determinare dunque il livello di dipendenza da infrastrutture sottomarine è presupposto fondamentale di un’analisi delle differenti minacce che possono arrecare disturbo o danno a questi assetti, e contestualmente punto di partenza per individuare i requisiti capacitivi per operare e primeggiare nel (quasi) dominio underwater come Forze Armate, Industria della Difesa e Sistema Paese.

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