Le conseguenze geostrategiche della fine del Trattato INF
Difesa e Sicurezza

Le conseguenze geostrategiche della fine del Trattato INF

Di Paolo Crippa
14.02.2019

Lo scorso 1° febbraio, il Segretario di Stato americano Mike Pompeo ha annunciato ufficialmente l’avvio dell’iter formale per l’uscita degli Stati Uniti dall’Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty (INF). Si tratta tuttavia di una decisione ampiamente preventivata. Già il 20 ottobre 2018 il Presidente Trump aveva reso nota la volontà di Washington di ritirarsi dall’accordo, a fronte delle presunte violazioni da parte della Federazione Russa. Secondo il Dipartimento di Stato americano, infatti, la Russia avrebbe sviluppato e prodotto un missile da crociera a medio raggio in chiara violazione degli accordi. In seguito alle parole di Trump, lo scorso 15 gennaio Russia e Stati Uniti hanno tenuto un round di consultazioni a Ginevra, senza riuscire però a trovare un’intesa. Al termine del summit, infatti, il Vice-Ministro degli Esteri russo Ryabkov aveva accusato Washington di non voler prendere nemmeno in considerazione le posizioni della controparte, perseguendo il chiaro e distinto obiettivo di estinguere il trattato.

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