Intelligence and Defence Update n°74

Intelligence and Defence Update n°74

Di Valeria Tisalvi
08.03.2017

Brasile
Alla fine di febbraio 2017 la NAE A-12 São Paulo, ammiraglia della flotta brasiliana (Classe Clemenceau), ha visto finalmente giungere l’ora della radiazione. La nave ha collezionato i primi 37 anni di attività (la portaerei è infatti operativa dal 1963) originariamente con la flotta francese con il nome di Foch . Nel 2000, l’unità è stata ceduta per 12 milioni di dollari alla Marinha do Brasil che l’ha ribattezzata São Paulo trasformandola nell’unica portaerei ad essere presente tra le flotte dell’America Latina.
I programmi della Marina brasiliana prevedevano di tenerla in vita fino al 2039, ma vincoli di natura strategica ed economica hanno costretto i decisori militari di Brasilia ad anticiparne il pensionamento.
Il Governo ha così deciso di impiegare le risorse finanziarie risparmiate per continuare lo sviluppo di una flotta più in linea con le nuove priorità della geopolitica brasiliana che prevedono la maggior persistenza in mare rispetto ad una capacità di pattugliamento delle acque “just in case” finora garantita dalla São Paulo. Nel complesso la nuova flotta brasiliana sarà funzionale, pur nel rispetto della tradizionale politica pacifista nazionale, a sostenere un maggior ruolo di Brasilia nell’ambito delle missioni internazionali sotto l’egida delle Nazioni Unite e una migliore capacità di proiezione nelle acque di interesse strategico.

Emirati Arabi Uniti
IDEX 2017 (Abu Dhabi) si è rivelata molto fruttuosa per MBDA Italia, che il 19 febbraio ha concluso un contratto per una fornitura di Missili Marte MK2/N agli Emirati Arabi Uniti (EAU) del valore di circa 93,6 milioni di dollari. Il numero di missili previsto dal contratto non è stato reso noto, ma essi andranno ad armare le 12 navi da combattimento multiruolo ad alta velocità (classe Gannatha) della flotta emiratina, che dispongono ognuna di 4 lanciatori.
I Marte MK2/N, di diretta derivazione degli MK2/S (versione elilanciabile) sono missili fire-and-forget capaci di volare con profilo sea-skimming per un tragitto di oltre 30km grazie a un sistema di guida inerziale mid-course e di radar di attacco terminale. Inoltre, la versione N del Marte era già stata scelta dagli EAU in un precedente ordine datato 2009 e l’ultimo accordo rafforza ulteriormente le capacità antinave emiratine.
Considerate le dimensioni del Golfo Persico, il raggio d’azione e le prestazioni del Marte MK2, la Marina degli Emirati Arabi Uniti continuerà a disporre di una capacità A2AD (Anti-Access Area Denial) idonea a proteggere gli interessi del Paese in quelle acque al centro delle tensioni internazionali e degli appetiti di molteplici attori rivieraschi.

Gran Bretagna
Il 14 febbraio 2017 la Regina Elisabetta II ha ufficialmente inaugurato il nuovo National Cyber Security Centre (NCSC) del Regno Unito. Con sede a Victoria, nel cuore di Londra, il Centro aveva, in realtà, già iniziato ad operare da ottobre 2016 e, sotto la guida di Ciaran Martin (precedentemente Direttore Generale per la Sicurezza Cibernetica del Governo e dell’Industria al GCHQ, ora a capo del NSCS), negli ultimi tre mesi è riuscito a gestire 188 casi di attacco cibernetico di “alto livello”. Il NSCS, parte di un progetto quinquennale da 1,9 miliardi di sterline è posto sotto il controllo del GCHQ (Government Communication Headquarter), per il quale funge da agenzia specializzata.
Realtà specializzata perché, a differenza del GCHQ che mantiene una visione ad ampio spettro sulla minaccia cibernetica, l’NSCS si focalizza nella gestione dei rischi e degli incidenti cibernetici che riguardano direttamente il Governo e l’industria del Paese. Il Centro, oltra alla realizzazione di un weekly report dedicato, di analisi dettagliate su rischi e vulnerabilità e di un sistema di allarme, mette a disposizione la Cyber Security Information Sharing Partnership (CISP), un’iniziativa congiunta di Governo e industria che ha creato un forum confidenziale per la condivisione di dati sui rischi cibernetici e le vulnerabilità, in tempo reale. I membri iscritti al CISP riceveranno, infatti, informazioni dettagliate in merito ai rischi e alle vulnerabilità dalla Fusion Cell, un gruppo di analisti delle strutture governative e private che esamina e analizza dati rilevanti e provenienti da un ampio spettro di fonti. Per quanto concerne invece la gestione degli incidenti, il NCSC riunisce in un unico team l’expertise del GovCertUK e del CERT-UK, al fine di ridurre l’impatto dannoso degli incidenti cibernetici nel Regno Unito.
La creazione del nuovo Centro è dunque perfettamente in linea con la politica dichiarata dalla Gran Bretagna in merito alla cyber-security. Infatti, come più volte affermato da Londra, la Gran Bretagna mira a diventare il Paese più sicuro per ciò che riguarda la sfera finanziaria e commerciale. In altre parole, il luogo più sicuro to do business.

Stati Uniti
La sera di lunedì 27 febbraio il Presidente Trump ha esposto a grandi linee, in un discorso alla Associazione Nazionale dei Governatori tenutosi alla Casa Bianca, i suoi piani per la riallocazione del budget per l’Anno Fiscale 2018. Punto cardine del programma del Presidente è l’aumento del budget per la Difesa del 10% (cifra pari a 54 miliardi di dollari), ammontare che verrà costituito attraverso un taglio di eguale valore a tutti i restanti dipartimenti del governo, esclusi quelli di Social Security e Medicare.
La specifica di come verranno utilizzati i 54 miliardi aggiuntivi non sarà pronta prima di maggio, secondo quanto dichiarato dal Direttore dell’Office of Management and Budget Mick Mulvaney, ma vari sono stati gli input lanciati nell’ultimo mese dal Presidente in merito. Innanzitutto, dal punto di vista delle Forze Armate, il Presidente Trump ha affermato la volontà di aumentare il numero di soldati di 50.000 unità, per tornare ai 540.000 precedenti al taglio di Obama. Inoltre, ha sostenuto la necessità di aumentare la flotta della Marina a 355 navi (ora 276), di ringiovanire quella aerea con nuovi velivoli e di provvedere all’ammodernamento dell’arsenale nucleare.
A questi progetti da avviare, si aggiungono quelli già approvati precedentemente dall’Amministrazione Obama, per i quali era stato previsto un aumento dei fondi pari a 35 miliardi di dollari, dunque di poco inferiore a quanto ora previsto dal Presidente Trump. Posto che al momento la scala delle priorità non è stata ancora resa nota, tre sono le criticità che emergono in merito alla presentazione informale del budget per la Difesa. La prima riguarda una mera questione economica, in quanto l’aumento dei fondi, seppur considerevole, non basta a coprire i costi dei progetti annunciati da Trump e di quelli avviati precedentemente da Obama. La seconda si pone in merito alla futura linea politica della Casa Bianca: le affermazioni di Trump in merito all’aumento e all’utilizzo del budget per la Difesa sembrano, infatti, contraddittorie rispetto alla politica estera neo-isolazionista finora annunciata. L’ultima criticità riguarda, invece, il vincolo di bilancio previsto dal Budget Control Act, il quale prevede una divisione 50/50 tra spesa per la Difesa e spesa per i dicasteri civili. Nonostante negli anni dei lievi distaccamenti dal vincolo siano sempre stati approvati dal Congresso, quello richiesto da Trump sembrerebbe essere di misura tale da andare in contrasto con l’Atto stesso.

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