Intelligence and Defence Update n°61

Intelligence and Defence Update n°61

Di Staff Ce.S.I.
02.04.2014

Sommario: Algeria, Filippine, Indonesia, Kosovo, Taiwan

Algeria

Secondo fonti di stampa, l’Algeria sarebbe orientata verso l’acquisizione dello UAV di classe MALE Cai Hong 4, prodotto dalla China Academy of Aerospace Aerodynamics. Il velivolo senza pilota sarebbe in fase di test ormai da diversi mesi, durante i quali avrebbe collezionato un paio di incidenti.

Ispirato alle linee del MQ-9 Reaper, il drone cinese è stato presentato per la prima volta allo Zuhai Air Show 2012. Destinato all’esportazione, lo UAV ha un peso al decollo di 1,3 tonnellate, un carico utile di 350 kg, un’apertura alare di 18 mt ed una lunghezza di 8,5. Secondo il produttore, la velocità massima sarebbe di 235 km/h, l’altitudine operativa massima di 3.500 mt, il raggio d’azione di 2.000 km e l’autonomia di 36 ore. Lo UAV sarebbe in grado di trasportare due missili a guida laser AR-1 (versione cinese per UAV dell’americano AGM-114 Hellfire) e due bombe teleguidate FT-5 (sempre di fabbricazione cinese).

In passato, per soddisfare il requisito di un drone di classe MALE, l’Algeria aveva manifestato il proprio interesse sia verso i Predator/Reaper di General Dynamics che verso gli Yabhon U40 di Adcom Systems. Anche per quanto riguarda la classe HALE, Algeri si starebbe orientando verso un prodotto cinese, lo Xianglong della Guizhou Aircraft Corporation of China, dalle specifiche e dal design simili al Global Hawk.

La decisione algerina è inquadrabile in un quadro di generale potenziamento dello strumento aereo militare nazionale (e delle relative capacità ISR), resosi necessario per affrontare adeguatamente le situazioni di forte instabilità createsi nell’area maghrebina e del Sahel, in particolare lungo i confini con Mali, Niger e Libia.

Filippine

La Marina Militare filippina ha annunciato un piano per il potenziamento della base militare navale di Oyster Bay, situata sulla costa occidentale dell’isola di Palawan. I lavori avranno un costo di 11,5 milioni di dollari e dovrebbero essere conclusi entro il 2016. Ubicata a 550 km da Manila, Oyster Bay dista solamente 160 km dalle Isole Spratly, storicamente contese tra Filippine e Cina.

L’espansione della base fa parte di un più ampio potenziamento dello strumento militare filippino e, in particolare, di quello navale, spinto dal progressivo inasprirsi delle contese territoriali e dal generale riscaldamento politico e militare dell’intera area. Negli ultimi due anni la Marina filippina ha ricevuto dagli Stati Uniti due cutter di seconda mano ex U.S. Coast Guard , mentre, a breve, dalla Francia saranno acquistati altri 5 pattugliatori.

Ulteriori discussioni relative a nuove unità navali, sono in corso anche con la Corea del Sud e il Giappone, mentre rimane per ora sullo sfondo l’interesse di Manila per almeno 2 fregate e un sottomarino.  Quest’ultimo programma, infatti, che ha già attirato l’interesse di Italia, Francia, Corea del Sud e India, procede a rilento per via delle limitate risorse economiche a disposizione del Paese.

La nuova installazione, oltre ad accogliere parte della rinnovata flotta filippina e alleviare il carico operativo della base di Subic Bay, servirà anche come nuova testa di ponte statunitense nel Mar Cinese Meridionale. Una volta finalizzato il nuovo quadro militare e di sicurezza tra i due Paesi, infatti, gli USA potranno usufruire di una posizione privilegiata da cui monitorare, ed eventualmente contenere, le attività cinesi nell’area.

Indonesia

Il gruppo franco-inglese Thales equipaggerà l’Esercito indonesiano con la piattaforma di difesa aerea mobile a corto raggio ForceShield. E’ la prima vendita di tale sistema da quando, due anni or sono, la multinazionale europea ha rilanciato la propria offerta nel campo della difesa aerea integrata.

Ogni batteria del sistema ForceShield è costituita da missili StarStreak, da un radar ControlMaster200 e da una base di lancio mobile RapidRanger. Sono cinque le batterie che verranno fornite, per ora, alle Forze Armate di Giakarta, di cui quattro risalenti ad un contratto siglato nel 2011. Il contratto ha un valore di 164 milioni di dollari ed include un accordo con la compagnia statale indonesiana PT Len Industri per l’integrazione congiunta di alcuni dei sottosistemi compresi nella fornitura e per l’avvio di future collaborazioni nel campo militare e civile.

L’acquisto delle piattaforme sarà coperto all’80% tramite l’emissione di un prestito, il cui iter burocratico dovrebbe incominciare in primavera. Questo tipo di operazioni a debito sono sempre più comuni dalle parti di Giakarta: nell’aprile 2013, ad esempio, le autorità indonesiane avevano già raccolto 108 milioni di Euro per l’acquisizione di 34  obici calibro 155/52 CAESAR, prodotti dalla francese Nexter.

L’acquisizione del sistema ForceShield è l’ultima, in ordine di tempo, di una lunga serie di operazioni finalizzate a modernizzare le Forze Armate indonesiane. Giakarta, infatti, si sta dotando di nuovi carri armati, pezzi d’artiglieria da 155 mm e veicoli da combattimento per la fanteria, senza contare le armi leggere anti-carro recentemente acquistate dalla svedese Saab.

Kosovo

A sei anni dalla secessione del Kosovo dalla Serbia, il governo di Pristina ha proposto la costituzione di un vero e proprio Ministero della Difesa e di un esercito nazionale che abbia la funzione di proteggere la sovranità e l’integrità territoriale del Paese. L’approvazione da parte del Parlamento è attesa per fine marzo.

Il futuro esercito kosovaro dovrebbe essere sviluppato a partire dall’attuale Kosovo Security Force, un corpo di intervento emergenziale costituito nel 2009 con funzioni essenzialmente di protezione civile, forte di 2.500 effettivi e di 800 riservisti, dotati di armamento leggero.

L’esercito kosovaro dovrebbe essere supportato da un budget annuale di 65 milioni di Euro, ed essere pienamente operativo a partire dal 2019. A fronte di una popolazione nazionale di 1,7 milioni di persone, dovrebbe essere costituito da 5 mila effettivi e da 3 mila riservisti. Esso avrà compiti esclusivamente di autodifesa e, almeno nelle intenzioni dei promotori, dovrà soddisfare gli standard operativi NATO, in modo da garantirne la piena interoperatività in ambito internazionale.

La decisione di Pristina, però, rischia di compromettere i rapporti con Belgrado: sono infatti 100 mila i Kosovari di etnia serba che vivono nella parte settentrionale del Paese, al cui controllo amministrativo e di polizia il governo serbo aveva recentemente rinunciato, in cambio dell’avvio delle trattative per l’adesione all’Unione Europea.

Le autorità serbe hanno già minacciato di volersi rivolgere al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, in quanto la decisione di Pristina contrasterebbe con la risoluzione ONU 1244, che vieta la costituzione di qualsivoglia Forza Armata sul territorio kosovaro. Il primo ministro serbo, Ivica Dacic, inoltre, ha espresso l’intenzione di chiedere alla NATO garanzie atte a subordinare qualsivoglia presenza di soldati kosovari nella parte settentrionale del Paese all’autorizzazione preventiva della stessa Alleanza Atlantica. Dalla conclusione della guerra in Kosovo del 1998-1999, infatti, la sicurezza del piccolo stato balcanico di etnia albanese, privo di uno sbocco sul mare, è stata garantita dalla presenza di circa 5 mila soldati NATO.

Taiwan

Il 14 marzo, la Marina Militare di Taiwan ha ricevuto il primo esemplare della nuova classe di corvette stealth a doppio scafo Tuo River, la prima delle 12 previste nell’ambito del programma Hsun Hai (Swift Sea). Annunciato nel 2009, il programma è stato avviato solo nel 2011, in seguito all’approvazione della copertura finanziaria da 853 milioni di dollari. Il dispiegamento dovrebbe avvenire nella prima metà del prossimo anno.

Le nuove corvette sono state progettate congiuntamente dal Naval Shipbuilding Development Center (NSDC) e dal Ship Ocean Industries R&D Center (SOIC), mentre la costruzione è stata affidata ai cantieri della Lund-De Shipbuilding Corporation.

Con una stazza di 500 tonnellate, la Tuo River puo’ esprimere una velocita’ massima di 38 nodi e coprire un raggio d’azione di 2.000 miglia nautiche. Progettata per operare sottocosta, con funzioni di interdizione marittima, la corvetta ricorda, nelle linee e nella concezione operativa, sia la Littoral Combat Ship americana USS Independence che la Classe Houbei Type 022 della Marina Militare Cinese.

Lunga 60 mt e larga 14, dispone di un equipaggio di 41 marinai. E’ armata di otto missili anti-nave Hsiung Feng II e di altri otto missili Hsiung Feng III, questi ultimi con una gittata di 130 km e una velocità massima di Mach 2. E’ dotata anche di un cannone Oto Melara da 76mm, di quattro mitragliatrici da 12,7 mm e di un sistema per la difesa ravvicinata MK15 Phalanx.

Erede dei navigli da attacco veloce Kuang Hua VI, la classe Tuo River  è stata progettata per garantire stabilità e velocità, anche in condizioni operative e meteorologiche difficili come quelle dello stretto di Taiwan. Infine, grazie alla robusta dotazione missilistica antinave, alle caratteristiche di bassa visibilità radar e all’elevata agilità le Tuo River dovrebbero consentire un’efficace opera di interdizione nei confronti delle unità navali maggiori della flotta cinese .

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