Digital Daesh: nuovi canali di proselitismo e resilienza
La propaganda online è da sempre il marchio distintivo della globalità di Daesh. Infatti, il web rappresenta per l’organizzazione un luogo avulso dall’idea di Stato, al apri di quella imposta dagli accordi Sykes-Pikot allo spazio geopolitico mediorientale, in cui il senso di appartenenza non si manifesta attraverso un passaporto ma attraverso il proprio credo[1]. Quindi, l’anticamera della rigenerazione, per mezzo del jihad, della gerarchia ordinativa del mondo costituita dall’asse Din (religione) e Dawla (“Stato”, inteso come sfera politica e sociale)[2] su cui si fonda l’Islam. In questo disegno mondiale integralista, fondato sulla dominazione ideologica e territoriale globale radicata nell’estremismo salafita, Daesh non lascia spazio alla reinterpretazione o attualizzazione della religione ma impone una cieca accettazione e sottomissione all’interpretazione estremista del Corano[3].
Al contrario, sul piano strategico, l’ostentato rifiuto dell’innovazione interpretativa imposta ai suoi sostenitori, si discosta dalla fluidità tipica dei mezzi messi in atto per scopi comunicativi o operativi. Infatti, progresso e innovazione, anche qualora provengano dai takfir[4] o siano contrari alla condotta comandata dal loro credo, diventano strumenti utilizzati in nome del jihad, che ammette ogni mezzo al fine di vincere la guerra della propaganda.
Tra gli esempi più evidenti della capacità di adattamento di Daesh all’interno dell’ecosistema informativo e comunicativo del web, risulta utile analizzare il post-Referral Action Days, il periodo successivo all’operazione di Europol e Telegram di novembre 2019 che ha sradicato dal servizio di chat criptata un’ingente parte del network del gruppo (5000 account e più di 26000 pubblicazioni), privandolo del suo consolidato strumento di interazione globale[5].
Gli attivisti hanno accusato il colpo senza però smettere di alimentare in ogni modo il nucleo propagandistico, dimostrando che l’ improvvisa ostilità dell’habitat comunicativo offerto da Telegram ha esacerbato la plasticità tattica dei suoi sostenitori.
In questo quadro appare fondamentale identificare l’approccio adottato dai gruppi pro-Daesh. Essi, seppure non ufficialmente dipendenti dalle decisioni apicali dell’organizzazione, ricoprono il ruolo di cassa di risonanza dell’ideologia ed instaurano, spesso per primi, un rapporto one-to-one con i sostenitori. Sono satelliti non svincolati dal nucleo propagandistico centrale che fanno da recettori di feedback e da filtro tra l’ambiente esterno e gli strati di intimacy ed assuefazione al dialogo estremista. In questo quadro i gruppi chat pubblici, per far risuonare la propaganda estremista e privati, per instaurare un rapporto diretto, assumono un ruolo fondamentale.
Pertanto, l’importante ruolo delle chat, unito alla consapevolezza che Telegram avrebbe fisiologicamente cessato di garantire un servizio sicuro, ha spinto i gruppi pro-Daesh a sperimentare da anni piattaforme alternative, concentrandosi in particolare su servizi di comunicazione decentralizzati**,** che si sono rivelati utili per mantenere il network attivo in seguito alla perdita di gran parte del loro habitat virtuale_._ Tra queste, Rocket.chat, Riot e TamTam.chat.
Già nel 2018, AFAQ (Electronic Horizons Foundation), un gruppo pro-Daesh specializzato nella divulgazione in materia ICT, sponsorizzava l’utilizzo di Rocket.chat[6], una piattaforma opensource, nata per la collaborazione in team di lavoro che consente di condividere file e creare chat di gruppo (end-to-end, quindi criptate[7]).[8] Negli anni, Rocket.chat ha ospitato diversi gruppi pro-Daesh come: canali di informazione Nashir News Agency o Khilafah News[9]; TechHaven_,_ un forum di discussione su tecnologia e innovazione per aiutare “gli utenti oppressi dai regimi autoritari occidentali”; vari individui alla ricerca di informazioni per tutelare la propria privacy online[10] o disseminare propaganda violenta[11].
Oltre a Rocket.chat, gli utenti del Califfato si sono rientati verso Riot[12]. Questo è un servizio di chat per il cui accesso sono necessari solo uno username ed una password ed è tra le alternative maggiormente vagliate dai sostenitori di IS nonché una tra le piattaforme più utilizzate anche prima che Telegram diventasse poco sicuro. Va sottolineato però che su Riot, i supporter di IS non hanno prestato molta attenzione alla loro privacy. Infatti, nonostante Riot offra la possibilità di creare dei server indipendenti, quindi completamente autonomi, i canali pro-Daesh ed i miliziani si sono spesso appoggiati al server di default o, come nel caso di AFAQ (Electronic Horizons Foundation), a server di terze parti[13], prediligendo la velocità di accesso e di comunicazione ad un insediamento stabile sulla piattaforma. Pertanto, in seguito a Referral Action Days, molti attivisti hanno abbandonato Riot in poco tempo, dimostrando il suo ruolo di canale di comunicazione sacrificabile[14].
TamTam.chat[15] sin dal 2017 era stata invasa dai sostenitori di Daesh, registrando nei giorni immediatamente successivi al suo lancio circa 1.200 messaggi da più di 100 canali IS. La piattaforma ha successivamente registrato la maggiore migrazione di attivisti in seguito all’abbandono di molti account pro-Daesh su Riot. TamTam è stata infatti per un breve periodo utilizzata come canale primario di propaganda, da Nashir News Agency per dichiarare la responsabilità di IS nell’attentato commesso da Usman Khan al London Bridge nel novembre 2019,[16] oppure per la diffusione del video proveniente dall’auto-proclamata provincia di Daesh in Libia, rilasciato il 4 dicembre 2019 “And Expel Them From Wherever They Have Expelled You” che mostrava atti violenti commessi dai combattenti Daesh, tra cui l’esecuzione di militari della Libyan National Army[17].
Tra gli altri servizi di chat esplorati dagli attivisti di Daesh si riscontra Discord, una chat dedicata ai gamer con più di 100milioni di utenti, la piattaforma di messaggistica canadese Hoop messanger ed altri tentativi sporadici su altri servizi di chat e condivisione di file come Nandbox, Conversations, Threema, Mewe, Pinngle, Wink, Bcm, Mastodon, Line, Twinme.
Nel breve periodo gli attivisti di IS potrebbero transitare su canali sempre meno facili da monitorare come app di messaggistica che usano la tecnologia Blockchain, nascondendo il testo dei messaggi dietro un codice alfanumerico, come avviene già per le transazioni in cripto-valute[18]. Infatti, da dicembre 2019 è stata notata la presenza della propaganda violenta di Daesh[19] su Because Communication Matters (BCM) un’app basata sulla tecnologia blockchain che ha lo scopo di “offrire il canale di comunicazione più sicuro possibile e tutelare la libertà di comunicazione digitale dei nostri utenti”[20]
Tutti questi servizi di chat non sono potuti diventare strumenti di comunicazione consolidati per i sostenitori di IS per due motivi: 1) La mancanza di un lasso di tempo sufficiente e della diffusione di competenze necessaria ad uniformare e centralizzare la comunicazione su una sola piattaforma; l’intervento immediato dei gestori delle piattaforme nell’individuare e rimuovere i contenuti, i canali e gli account degli attivisti, rendendo la loro comunicazione meno esplicita e più frammentaria.
Ad oggi, la continua migrazione degli attivisti filo-Daesh su diverse piattaforme[21] dimostra una condizione di frustrazione e difficoltà[22] ma denota che essi sono disposti a prendere maggiori precauzioni e sondare costantemente la presenza di ecosistemi comunicativi più stabili ma non a rinunciare alla loro propaganda. L’importanza della comunicazione online per Daesh si manifesta anche con questa irrefrenabile necessità di creare un network virtuale, mentre l’interiorizzazione della sua ideologia da parte dei suoi sostenitori si esterna con l’adattarsi velocemente alle ostilità, mantenendo come unico faro la proliferazione incessante della propaganda jihadista.
[1] (2016) DAESH INFORMATION CAMPAIGN AND ITS INFLUENCE_._ https://www.difesa.it/SMD_/CASD/IM/IASD/65sessioneordinaria/Documents/DaeshInformationCampaignanditsInfluence.pdf
[2] A. La Rosa (2008) Islamismo in Algeria. Dal Gruppo Islamico Armato (GIA) al Gruppo Salafita per la Predicazione ed il Combattimento (GSPC). Scenario attuale e prospettive. CEMISS https://www.difesa.it/SMD_/CASD/IM/CeMiSS/DocumentiVis/Rcerche_da_pubblicare/Ricerca_La_Rosa_2008.pdf
[3] K. Rekawek, V.Szucs, M. Babikova, K.Lozka (2019) THE INPUT: PATHWAYS TO JIHAD A Thematic Analysis of 310 Cases. GLOBSEC - Counter Extremism Project. https://www.globsec.org/wp-content/uploads/2019/04/The-Input-Pathways-to-Jihad.pdf
[4] Gli infedeli
[5] (22/03/2019) REFERRAL ACTION DAY AGAINST ISLAMIC STATE ONLINE TERRORIST PROPAGANDA. EUROPOL. https://www.europol.europa.eu/newsroom/news/referral-action-day-against-islamic-state-online-terrorist-propaganda
[6] (18/12/2018) Pro-ISIS Tech Group Publishes Guide To ‘Rocket.Chat’ Team Collaboration Platform. MEMRI https://www.memri.org/cjlab/pro-isis-tech-group-publishes-guide-to-rocket-chat-%C3%A2%E2%82%AC%C5%BEteam-collaboration-platform
[7] (12/03/2019) Pro-ISIS Tech Group Shares Links To Telegram And Rocket.Chat Channels, Rocket.Chat User Guide. MEMRI. https://www.memri.org/cjlab/pro-isis-tech-group-shares-links-to-telegram-and-rocket-chat-channels-rocket-chat-user-guide
[9] R. Katz(1/09/2019) A Growing Frontier for Terrorist Groups: Unsuspecting Chat Apps. Wired. https://www.wired.com/story/terrorist-groups-prey-on-unsuspecting-chat-apps/
[10] (23/03/2020) ISIS Supporters On Rocket.Chat Discuss Best Practice For Obtaining Disposable Telephone Numbers. MEMRI. https://www.memri.org/cjlab/isis-supporters-rocketchat-discuss-best-practice-obtaining-disposable-telephone-numbers
[11] (27/02/2020) ISIS Supporter Advises Muslims in West to Be Patient, Attack When Time Is Right. HS Today. hstoday.us/subject-matter-areas/counterterrorism/isis-supporter-advises-muslims-in-west-to-be-patient-attack-when-time-is-right/
[13] P.King (04/2019) Islamic State group_’s experiments with the decentralised web._ EUROPOL, ECTC Advisory Network Conference.
[14] R. Katz (16/12/2019) ISIS Is Now Harder to Track Online—but That’s Good News. Wired. https://www.wired.com/story/opinion-isis-is-now-harder-to-track-onlinebut-thats-good-news/
[16] J. Ensor (03/12/2019) Isil finds new online home after Telegram messaging service purge. The Telegraph. https://www.telegraph.co.uk/news/2019/12/03/isil-finds-new-online-home-telegram-messaging-service-purge/
[17] (20/12/2019) Extremist Content Online: ISIS Moves to Hoop Messenger and TamTam Following Telegram Takedowns. Counter Extremism Project. https://www.counterextremism.com/press/extremist-content-online-isis-moves-hoop-messenger-and-tamtam-following-telegram-takedowns
[18] BCM white paper https://arxiv.org/pdf/1812.08017.pdf
[19] CryptOsint Weekly Newsletter: 10/12/2019 https://mailchi.mp/7884c14d5fb9/terrorists-use-a-new-blockchain-messaging-app-after-telegram-crackdown
[20] R. Wolfson (18/12/2019) ISIS usa un’app di messaggistica basata su blockchain dopo il ban da Telegram. CoinTelegraph. https://it.cointelegraph.com/news/isis-turns-to-blockchain-based-messaging-app-following-telegram-ban
[21] (27/01/2020) Affaiblie mais pas hors jeu : les récentes mutations de la propagande de l’Etat islamique. Ultima Ratio. http://ultimaratio-blog.org/archives/9135
[22] R. Katz (16/12/2019) ISIS Is Now Harder to Track Online—but That’s Good News. Wired. https://www.wired.com/story/opinion-isis-is-now-harder-to-track-onlinebut-thats-good-news/